Omicidio Roberta Siragusa, emergono nuovi particolari dall’incidente probatorio: “morta dopo atroce agonia”

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Emergono nuovi elementi dal barbaro omicidio di Roberta Siragusa, la 17enne di Caccamo uccisa e gettata in un burrone nei pressi del Monte San Calogero e per la cui morte è in carcere Pietro Morreale,

il giovane fidanzato di Roberta. Da quanto emerso dall’incidente probatorio del 26 maggio, che l’assassino l’ha percossa prima di bruciarla con un oggetto e adesso spunta anche un video, tratto da un sistema di video sorveglianza di un locale che si trova nei pressi del campo sportivo dove sarebbe avvenuto il delitto, con le immagini degli ultimi istanti di vita di Roberta Siragusa la quale. “Il consulente tecnico d’ufficio – affermano gli avvocati Sergio Burgio e Giuseppe Canzone al termine dell’incidente probatorio in corso davanti al gip, riferendo le parole del medico legale – ha spiegato che la morte di Roberta Siragusa è ‘stata determinata da arresto cardio-circolatorio e respiratorio conseguente al gravissimo stato di shock causato dalle estese e gravissime ustioni del capo e soprattutto del tronco e degli arti superiori, fino alla carbonizzazione di ampie parti della superficie corporea’”. Rimane da capire però se Morreale abbia compiuto tutto ciò da solo o se abbia avuto uno o più complici per l’occultmento del cadavere così come scriveva il gip nel gennaio scorso: “Non può peraltro escludersi che Pietro Morreale sia stato coadiuvato nell’azione successiva, relativa all’occultamento degli elementi di prova, che comunque è certo che sia stata agita basti pensare alle chiavi di casa della ragazza e ad altro materiale rinvenuto combusto presso il campo sportivo di Caccamo”. Il cerchio inizia a restringersi, la speranza è che presto possa giungersi ad una conclusione per rendere giustizia a Roberta, una giovane che aveva tanti sogni e grandi aspettative dalla vita.