Sciara: al via il progetto “Orto Didattico” con uno sguardo al futuro, “Coltiviamo sapori… e saperi”

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Nasce a Sciara l’Orto Didattico, un progetto ambizioso che vuole far riscoprire l’importante valore della terra e le tante opportunità che quest’ultima può dare alle generazioni future.

Un progetto sicuramente ambizioso che ha diversi obiettivi, uno tra i tanti sicuramente quello di distogliere i giovani dall’utilizzo (ormai spropositato) dei diversi dispositivi tecnologici che sono entrati a far parte totalmente della vita quotidiana. Sciara tuttavia è uno di quei paesi che vuole mantenere vive quelle che sono le tradizioni legate sicuramente al settore agroalimentare che da qualche anno a questa parte sembra avere voglia di un forte riscatto. Non c’è da stupirsi se diversi giovani dopo avere completato gli studi, anche universitari, hanno deciso di trasferirsi nei piccoli centri abitati per lavorare la terra, utilizzando certamente un approccio diverso da quello di quarant’anni fa grazie all’utilizzo di tecniche moderne. Tutto ciò oltre a creare una fonte di reddito, è sicuramente un luogo di formazione e un’istituzione come la scuola, anche in questo caso, ha un ruolo fondamentale. Ma cosa è di fatto questo “Orto Didattico” ? È un luogo di apprendimento non formale, un luogo di cura e osservazione, in uno spazio di comunicazione, integrazione ed interazione, dove tutti gli alunni possono avere la possibilità di esprimere le loro potenzialità e soddisfare le esigenze di attenzione e valorizzazione, in particolare degli alunni con Bisogni Educativi Speciali. Ecco dunque che l’orto diventa un’aula interdisciplinare a cielo aperto, dove possono imparare giorno dopo giorno ciò che nessun libro, sito web o visita ad un’azienda agricola può spiegare. Possono coltivare ortaggi veri, piantare i semi e vederli gradualmente trasformarsi in piante, imparando ad osservare la natura, i suoi ritmi lenti e perfetti, il ciclo delle stagioni e a raccogliere i frutti di questo lavoro. In questo modo i piccoli ortolani possono cimentarsi in un’attività manuale che li stimola a sperimentare e sviluppare nuove abilità e attitudini, a fare esperienze concrete e sul campo, a lavorare in piccoli gruppo, seppur distanziati a causa dell’emergenza sanitaria in corso. Soddisfazione è stata espressa dalla dirigente scolastica la professoressa Claudia Corselli la quale ha creduto, sin da subito, all’iniziativa di questo progetto e ha fortemente sostenuto l’avvio dello stesso, considerando che, in tempo di emergenza sanitaria e di distanziamento sociale, per una scuola, possa risultare una sfida intraprendere un’attività progettale di tale portata che coinvolgerà più componenti educative e sociali. Il progetto, organizzato e voluto dalla maestra Angela Tardibuono in collaborazione con la maestra Rosalia Nasca ha coinvolto tutte le nove classi dell’istituto per un totale di 132 alunni: “Un orto affidato ai bambini ed ai ragazzi è didattica concreta e preziosa – ci racconta la maestra Tardibuono – per proteggere il territorio  e  non distruggerlo, per riconoscere il valore di un ortaggio, di un frutto e dunque del cibo da non sprecare, per coltivare, con le piante, il senso di comunità, dello stare insieme, nel rispetto delle regole del distanziamento sociale. L’orto scolastico è anche un’occasione per fare educazione ambientale ed alimentare, per far comprendere ai piccoli l’importanza di una sana alimentazione a base di prodotti di stagione. L’orto –  conclude – diventa, perciò, strumento educativo – didattico importante, luogo in cui non solo si coltivano sapori, ma anche… saperi; saperi che hanno a che fare con i gesti, con un apprendimento esperienziale che le generazioni più giovani non sempre hanno modo di sperimentare”. A supportare docenti e alunni, Mariano Mangano, imprenditore sciarese nel settore agricolo-biologico e ancora genitori e persone che stanno mettendo a disposizione mezzi e strumenti per sostenere il progetto. Inoltre il ricavato dei prodotti venduti, sarà devoluto all’Istituto Spallanzani di Roma il quale, come ben sappiamo, si trova in prima linea nella lotta al coronavirus.
Giovanni Azzara