Casinò di Taormina, il dibattito è ancora aperto

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Negli anni Sessanta Taormina era meta privilegiata di stelle del cinema e personaggi del mondo dello spettacolo. Merito del Festival del Cinema, che ancora esiste, e del casinò di Villa MonRepos, che invece ha chiuso i battenti nel 1964.

Prima di quella data, attori del calibro di Marlene Dietrich e Cary Grant fecero tappa nella città siciliana, che era punto di riferimento per la sua eleganza, lo stile, le frequentazioni. Il casinò, con le sue luci e la sua atmosfera, contribuiva allo sviluppo di un turismo ricco e selezionato.
Memori di questa epoca dorata, alcuni esponenti politici hanno rilanciato diverse volte negli anni l’idea di riaprire il casinò di Taormina, consapevoli anche del successo che il gioco continua ad avere, in sedi fisiche, come online, con la grande varietà di casinò che si trova su Internet.

La concorrenza dei giochi online
Certo esiste l’incertezza legata alla diffusione del gioco online, con le piattaforme virtuali che stanno conquistando sempre più seguaci. La crescita di utenti che è stata registrata è significativa, soprattutto nel periodo del lockdown, e il successo delle slot machine è così importante a livello di fatturato che ormai i produttori di giochi si concentrano principalmente nella progettazione di nuovi temi e proposte. Sanno che potrebbero diventare dei successi, soprattutto quando si affidano a personaggi noti, del mondo del cinema o delle serie televisive, e sfruttano tutte le potenzialità del mondo digitale, con immagini definite, video, effetti sonori coinvolgenti.
Nel Regno Unito, ad esempio, si assiste a una rinascita delle slot machine online, con una bella fetta dell’industria del gaming, che vale quasi 5 miliardi di sterline (ovvero 5 miliardi e mezzo di euro), che viene risucchiata dai casinò virtuali.
Eppure, i politici siciliani non hanno timori per questa concorrenza che arriva dal web. Conoscono la bellezza della loro isola, i suoi profumi e colori, i suoni e i sapori, che possono solo essere valorizzati dal fascino di una notte tra i tavoli da gioco. L’eleganza necessaria per essere ammessi al casinò, l’atmosfera da film rubata al passato che caratterizza questi luoghi, i toni smorzati e lo stile imperturbabile continuano a rappresentare un elemento di attrattiva. Cui vanno aggiunti, nel caso di Taormina, anche la sua posizione strategica e la sua fama internazionale. Ingredienti ideali per un cocktail attraente da offrire ai turisti che cercano emozioni nuove.

Proprio tenendo conto della passione per il gioco online e dei fasti del passato, Orlando Russo, sindaco di Castelmola e componente del direttivo dell’Anci siciliana, di recente ha lanciato la proposta di riaprire il casinò di Taormina per risolvere il problema della disoccupazione e della crisi legata anche alle conseguenze della pandemia. A suo parere, il Governo regionale siciliano dovrebbe attivarsi per il rilancio della casa da gioco, che approfittando del successo del Festival del Cinema potrebbe diventare davvero un’occasione di risveglio sotto il profilo turistico. L’ambizione è quella di trasformare Taormina nella capitale del turismo siciliano, sfruttando tutti i mezzi possibili per attirare consensi e clientela.
In questo modo, il governo regionale siciliano e i comuni della zona otterrebbero un duplice vantaggio: affrontare la crisi del settore alberghiero e delle attività commerciali dopo la pandemia di Coronavirus e creare un nuovo circuito di turismo, che non sia legato soltanto all’estate e alla stagione calda, ma continui durante tutto l’anno, approfittando anche del clima mite che caratterizza l’isola.

L’esempio di Malta fa scuola
L’esempio di Malta è sotto gli occhi di tutti e per i siciliani andrebbe imitato. L’isola si è reinventata come destinazione peril gioco, puntando sulle strutture alberghiere esistenti, aggiungendo servizi qualificati e un tocco di eleganza che non guasta mai. Il successo è arrivato rapidamente, come dimostra il fatto che sono molti gli italiani, soprattutto residenti nel centro e nel sud del Paese, che spesso raggiungono Malta per un finesettimana di riposo, lusso e sfida alla Dea Bendata.
In realtà, della riapertura del Casino di Taormina si è parlato molto dopo il 7 Gennaio del 1964, data della chiusura definita dopo pochi mesi appena di attività, ma il Parlamento non ha mai accolto le richieste che arrivavano dal territorio. Un desiderio mai esaudito, che viene pronunciato di nuovo a voce alta adesso che il Covid ha lasciato nuove ferite in una economia che soffre già da anni per la concorrenza di altre località italiane. Le statistiche non lasciano dubbi: la media di permanenza per ogni turista italiano in Sicilia è di poco al di sopra dei due giorni, mentre altrove, a Roma, Firenze o anche in Veneto, le persone si fermano più a lungo. Per questo le entrate sono inferiori alle necessità e ai desideri e servono nuovi accorgimenti per poter arricchire il piatto dei guadagni collegati ai viaggatori e ai loro soggiorni.
L’idea di un casinò appare allettante, anche perché le altre quattro case da gioco italiane, tutte situate al Nord, continuano a lavorare con successo. Dal casinò di Venezia, nato nel Seicento, a quello di Sanremo, dai saloni eleganti di Campione d’Italia fino a quelli di Saint Vincent, la passione per l’azzardo, tanto ben celebrata da Dostoevskij, continua a fare proseliti e ad attrarre visitatori.