Coronavirus: e così a Sciara arrivarono i “colibrì” e portarono la speranza

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Anche oggi la frase del beato Pino Puglisi: “Se ognuno fa qualcosa si può fare molto” risuona ancora più forte nei cuori di tutte quelle persone che nel loro piccolo stanno contribuendo nel realizzare opere di bene nelle varie comunità con particolare attenzione alle fasce più deboli.

Grazie al cielo allo stato attuale a Sciara non vi sono casi di contagio da Coronavirus ma tutto il paese sta rispondendo bene, rimanendo a casa e rispettando quelle che sono le restrizioni imposte dal governo nazionale e regionale per evitare il dilagare del contagio. Ciò nondimeno, Sciara in questi mesi di emergenza sta facendo vedere il suo grande cuore e la sua memoria, c’è una frase che sta diventando virale: “Sciara c’è Sciara non dimentica”.
Quest’ultima oltre ad essere una frase ad impatto è anche il nome del progetto promosso e finanziato dal Dott. Salvatore Antonino Cavera (Dottore Cavera come è conosciuto in paese o semplicemente Nino), che prevede la realizzazione di mascherine in TNT da poter distribuire alle famiglie sciaresi senza alcun compenso ma solo per un discorso di vicinanza al suo caro paese tanto amato da sempre e che negli anni precedenti ha anche amministrato. Di fronte a siffatto gesto, diversi tra donne e uomini del paese hanno prestato la loro arte sartoriale che hanno operato in ambiente casalingo opportunamente sanificato ed isolato dal contesto familiare, indossando tuta, guanti, mascherina e cuffia per creare mascherine non filtranti per uso “civile” che non necessitano di procedure valutative e di laboratorio e che pertanto non essendo dispositivi medici o DPI, sono destinate ai cittadini per una protezione di primo livello da indossare solo quando si esce, rispettando anche la distanza tra una persona e l’altra
Da li in poi tante altre persone hanno colto la palla al balzo. In molti a modo proprio e su iniziativa propria stanno facendo la loro parte, il paese, la chiesa, le forze dell’ordine, la locale protezione civile, gli amministratori tuttavia ad affiancare questo brillante e caritatevole progetto l’associazione sanitaria di volontariato “Uniti per la Vita ONLUS” che già da settimane sta provvedendo ad effettuare un servizio di “acquisto spesa e medicinali” portando quanto richiesto direttamente a casa, il tutto finanziato dal medico sciarese.
Ci sono ancora altre importanti realtà come l’associazione “Sciara Insieme” che proprio da oggi 6 aprile muniti di tutti i dispositivi personali hanno cominciato a distribuire le mascherine realizzate dagli sciaresi, poi ancora la locale squadra di calcio che nelle scorse settimane ha provveduto anche a organizzare una raccolta di beni di prima necessità da poter dare alle famiglie indigenti e poi ancora il “Patti’s Stable” che ha finanziato, creato e donato 500 mascherine sempre in TNT, appresso  tante altre realtà che hanno contribuito. Ancora c’è il lavoro dei medici, degli infermieri e dei sanitari che pur prestando servizio fuori paese, mettono comunque a disposizione il loro sapere e le loro mani o la Farmacia del dott. Ruffino che è sempre disponibile in qualsiasi momento. I giovani, ognuno con quello che può e quello che sa fare sta contribuendo a far compagnia in streaming con musica e canti ma c’è anche chi si inventa l'”aperitivo a distanza”, ossia l’idea del giovane proprietario di un noto bar-tabacchi situato vicino Piazzetta Salvatore Carnevale che ha voluto donare ai suoi clienti una semplice bottiglietta di “bitter” con su scritto il nome della persona alla quale è stata fatta recapitare e l’aggiunta di una cannuccia, così da ricordare i momenti trascorsi il sabato sera e nelle altre belle serate. Un paese che, anche se silenzioso nelle sue vie in questo triste e mesto momento, ha voglia di farsi sentire e ribadire il suo “Sciara c’è”, ma c’è un quesito sollevato dal dottore Cavera il quale ha voluto condividere con i suoi pazienti e compaesani: “Chi sono ? Chi sono stato ? Chi dovrei essere ? E chissà che alla fine di questa immane tragedia non ne esca un paese migliore. Nel pormi questo interrogativo – continua Cavera – ed invitare anche voi a farlo, a costo di essere ripetitivo, ancora una volta: non uscite di casa e se proprio dovete farlo indossate una mascherina”. Ecco dunque il perché dei “colibrì”, perché sono degli animali che simboleggiano la forza, la perseveranza ma che al tempo stesso suscita tenerezza e felicità, sentimenti che oggi più che mai devono essere presenti. 
Giovanni Azzara

2 COMMENTS

  1. Leggo sempre con piacere gli articoli di Gianni. Grazie per le notizie che dai e complimenti per il bel articolo.

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