Termini Imerese, Filippo Sgarlata scultore geniale: per aspera ad astra

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Non basterebbe un intero libro, per voluminoso che fosse, per contenere le fortune e le immeritate delusioni che hanno accompagnato la vita del grande scultore di Termini Imerese Filippo Sgarlata (1901- 1979).

Non basterebbe, ma il libro c’è. Lo ha pubblicato nel 1981 nelle edizioni di Salvatore Fausto Flaccovio la studiosa di belle arti Antonina Greco Di Bianca (Cfr. Filippo Sgarlata medaglista e scultore). E potrebbe, la nostra locuzione in  premessa, apparire enigmatica se non informassimo sull’angolatura che abbiamo scelto per redigere in sintesi una minima scheda sinottica sull’identità di questo geniale artista siciliano, unanimemente conosciuto tra i più prestigiosi medaglisti del mondo. E in questo punto fermo si è detto tutto. Non si tratta del genius loci ma dello stupor mundi, per dirla con il latino più definitorio.
Questa testimonianza, con cui inauguriamo in questa Rassegna on-line una rubrica settimanale di brevissime-minime schede d’identità su personalità del genio siciliano di tutti i tempi, segnatamente del passato remoto e prossimo, non si rivolgerà a quanto di unanime e riconosciuto valore sia consolidato sulla fama di un personaggio. Proprio come per questa nota inaugurale su Filippo Sgarlata, che non si soffermerà su quanto per chiara fama dell’artista di Termini Imerese è patrimonio di conoscenza universale: infatti qui non ripeteremo quanto già noto da sempre sulla sua vita e le sue eccellenti opere scultoree, e quelle di medaglista tra i maggiori a livello universale, ma ci limiteremo a un cenno alle umane difficoltà che hanno costellato la pur trionfale carriera di questo genio artefice di singolari ed eccellenti opere sparse nel mondo e in copiose proporzioni in Sicilia.
Una banalissima nota problematica si presenta al momento di riconoscerlo come siciliano, essendo lo Sgarlata nato a Tripoli, dove il padre imprenditore edile, impegnato nella costruzione di un importante complesso di genere istituzionale locale, in un momento di particolari collaborazioni con la nazione nord africana e la sodale contingenza tra Italia e Francia, si era momentaneamente trasferito dalla nativa Termini Imerese. Una formalità di carattere anagrafico che non ha alcun significato di remora sulla genesi siciliana dell’artista, genio precoce che già a 17 anni verrà ammesso con pieni voti all’Accademia palermitana di Belle Arti. I successi del genio creativo di Sgarlata iniziano fin dagli anni della sua prima giovinezza, e una prova tra le più importanti si manifesta clamorosamente a suo eccelso merito quando vince la gara per la realizzazione in America di un monumento in omaggio a Cristoforo Colombo, da collocare al Central Park di New York. Sgarlata aveva 25 anni quando, partito per gli States, vi giungerà per vivere la sua prima grande delusione: la mondiale crisi economica sopravvenuta fermerà infatti la realizzazione della grandiosa opera. Sicuro di sé, lo scultore siciliano, supera bene il momento d’imbarazzo e rimane negli USA per ben sei anni, realizzando altre importanti opere, anche per istituzioni private, oltre quelle di interesse e a commessa pubblica, come il busto di Giuseppe Garibaldi a Providence e quello in memoria di Georges Dunham nella città di Utica, opere che sono impronte della genialità siciliana, storicizzate negli inventari dell’arte di Filippo Sgarlata. Ma non saranno i meriti ineccepibili a rendergli giustizia, come  quando, dopo aver superato tutte le prove preliminari ed essere risultato al primo posto per la realizzazione delle Porta di bronzo per la Basilica di San Pietro (tra il 1947 e 948)  in Vaticano, si vedrà pretestuosamente escluso, pur avendo preliminarmente dimostrato di essere l’artista più idoneo a onorare il bando della gara. Identica delusione per Sgarlata in occasione della gara per la Porta del Duomo di Milano. E ancora negli anni Sessanta la occasione del monumento al “Picciotto” auspicato dalla Regione siciliana, sfumata tra il protrarsi di malintesi e polemiche che amareggiarono la sensibilità dell’Artista il quale finì con il disinteressarsi a quanto per pettegolezze e provinciali protervie si destinava per sempre all’incompiuto.
Contrappassi tra i più noti della vita del Maestro dei medaglisti, che però non hanno scalfito d’una sola enne le grandiose affermazioni del genio del siciliano di Termini Imerese, la cui firma di maggior maestro nella raffinatissima arte della scultura in medaglistica-numismatica, si impone nel confronto universale rispetto al settore. E quindi con il ricordo e le celebrazioni in onore della sua memoria, anche di docente in quella stessa Accademia di Belle arti di Palermo dalla quale era partito a 17 anni per il suo viaggio divenuto storico.  Realtà che continuerà a onorare la Sicilia nel mondo, come auspica la nostra attenzione che si propone di far rinverdire orgoglio verso chi non ha smesso di dimostrare al mondo intero, con testimonianze artistiche immortali, il valore del genio siciliano.
Mario Grasso

 

2 COMMENTS

  1. Interessante questa nuova rassegna, che vede in calce, la firma prestigiosa di Mario Grasso.
    Il personaggio, nonché, il taglio scelto dall’autore per questa prima scheda d’identità, ci fa presagire che potremo arricchire il nostro bagaglio culturale, con pagine di autentico sapere, attraverso la fluidità forbita presente nell’articolo.
    Curiosi, aspettiamo con ansia a chi sarà dedicata la prossima scheda.

  2. Complimenti all’ideatore di questa interessante e intrigante rubrica, soprattutto per la scelta di affidarne la cura a una tra le più importanti presenze intellettuali in Italia.
    Un vero colpo di mano per la Redazione.
    Mario Grasso arricchirà la rivista di interventi di eccellenza . Gli estimatori aumenteranno progressivamente .
    Prepariamoci a leggere interessanti, quanto pregevoli schede informative e di autentica cultura.

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