DITELO A ESPERO. Se gli altri candidati termitani erano a conoscenza della ineleggibilità di Giunta e non hanno parlato sarebbero complici di manomissione del consenso popolare

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Spett. Direttore,
in riferimento all’articolo pubblicato nel vostro giornale online vorrei dare il mio contributo con lo scopo di fare chiarezza e sottolineare alcuni aspetti a mio avviso non trascurabili.

Nella vicenda Giunta non vi è alcun lato oscuro ma semplicemente c’è l’interpretazione di una legge denominata Severino che all’avviso di tutti spesso riserva parecchi dubbi interpretativi . Io oggi non le scrivo ne da giurista ne da giornalista perchè non sono ne l’uno ne l’altro ma bensì da cittadino che gestisce una pagina Facebook di successo chiamata Politica Termitana . Da ex assessore e da ex consigliere comunale mi sono ritagliato semplicemente un ruolo di opinionista dell’ambito politico.
Un aspetto da non sottovalutare nella vicenda Giunta su un eventuale irregolarità è il ruolo degli avversari politici che avendo da mesi la notizia di una condanna pregressa per un reato prettamente amministrativo per un errore materiale non hanno approfondito gli aspetti giuridici a nella fattispecie si sono riservati la notizia per il momento più opportuno.
La notizia la paragonerei a una pallottola pronta a esplodere solo quando il Giunta sarebbe diventato veramente un ostacolo.
In realtà se i candidati avessero saputo tale notizia oggi sarebbero complici di un alterazione o manomissione del consenso popolare. Con il silenzio avrebbero sicuramente dopato questa tornata elettorale.
Così in realtà non fu. Il candidato sindaco Francesco Giunta mesi prima della decisione di scendere in campo si premurò di accertare la sua condizione di candidabilità e di eleggibilità. Infatti chiese dei pareri giuridici ai principali luminari del diritto amministrativo.
Non solo chiese tali pareri ma si premurò di divulgarli ai propri alleati e a chiunque gli avesse chiesto informazioni sulla vicenda.
Oggi mi chiedo la questione morale del movimento cinque stelle è solamente a orologeria ? Perché non battere il proprio avversario sul campo ?
Perché in nessun comizio venne fuori la vicenda Giunta ?
Perché semplicemente la condanna Giunta doveva essere usata all’occorrenza.
Perché un candidato sindaco estremamente cattolico praticante consente ai suoi assessori e gregari di sputtanare il proprio avversario su Facebook semplicemente divulgando un articolo del collega di università Curreri che certamente solleva interrogativi di cui non vi è risposta?
Spesso nella chiesa cattolica si parla di misericordia e di carità . In questa campagna elettorale il candidato Fasone sembra aver accantonato i principi cardini della cristianità per far prevalere la rabbia e l’intolleranza. Spero che alla fine di questa esperienza possa riprendersi in mano la propria vita e ritornare la persona speciale che è stata sempre, con doni e principi che non tutti hanno.
In politica esiste un codice etico mai scritto ma tramandato da decenni ove non vanno mai colpiti familiari, affetti, lavoro o vita privata del proprio avversario. Tale codice in questi mesi è stato più volte disatteso. Anche in politica come nella formula matrimoniale dei film “chi sa parli subito o taccia per sempre “. 
Distinti Saluti
Angelo Neri