RECENSIONE. Miss Peregrine, la casa dei ragazzi speciali

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La storia dei ragazzi speciali (tratta dal libro di Ransom Riggs) è una storia d’amore. Amore per il paradosso che rende felici; amore per la fantasia raccontata; amore per le verità nascoste dentro ai propri sogni e trasmesse dal nonno al nipote.
Già, una trasmissione intergenerazionale. Perché tutto parte da lì, dal nonno (Abraham, ebreo) del protagonista, Jacob/Jake, avventuriero, esploratore, un po’ tocco per la famiglia, strano per amici e medici. Proprio come Jake, il cui padre è pressoché assente e la madre attenta alla carriera: classico schema per un figlio abbandonato, venuto su grazie al nonno e ai suoi racconti.

Si ritrova, cresciuto, a convivere con il progenitore, quando, ad un tratto, una telefonata lo implora di stare attento. È lui, il nonno, ritrovato fuori in giardino senza più occhi e non lontano il Barron/Samuel L. Jackson con gli occhi tutti bianchi… Da lì il viaggio sempre cercato, anche per sfatare miti e, soprattutto, paure. Quelle dei genitori, innanzitutto. Ritorna, dopo averla vista in fotografia e con gli occhi del nonno, alla casa per ragazzi speciali, in Galles, distrutta durante la Seconda guerra mondiale.

Un caleidoscopio di immagini e di sogni infantili: chi non ha mai voluto essere da bambino (solo da bambino?) invisibile? O capace di trasformarsi in un falco? O, ancora, di poter fare sogni premonitori o avere mani di fuoco e accendere falò e riscaldare acqua e oggetti all’occorrenza? O, infine, ritrovarsi leggero come, letteralmente, una piuma e pronto a librarsi in aria piroettando tra alberi e nuvole? Una giostra di episodi tutti legati dalle umane debolezze e dalle umane virtù, una carrellata di speranze senza attesa e con la suspense del giorno dopo, quello prima uguale e poi diverso a se stesso grazie all’“anello temporale”, la soluzione filmica al passaggio tra epoche e situazioni improbabili. Un anello come panacea di tutte le distorsioni, da custodire e da difendere. Un anello che permette di gestire il tempo, da fermare e da far ripartire. Per 24 ore. Un altro lucido desiderio tutt’altro che infantile. Un tempo finito che, nel suo ciclo, si fa infinito nel mondo parallelo, al di là della grotta (uno dei varchi tra dimensioni): parallelo a quello “normale” fatto di quotidianità, di vita spesa, di arresti, di omicidi, di matrimoni, di nascite, di morti… Sarà poi davvero tanto normale quella vita lì?

«È stato un privilegio per me prendermi cura di voi. Addio, bambini!» dice Miss Peregrine (una ispirata Eva Green) al gruppo di ragazzi speciali sotto la sua custodia. Il film è a una svolta. Da lì, giù giù, fino all’epilogo, quello che ti aspetti. Ecco perché è un film non solo natalizio, ma buono per tutte le stagioni. E buono, soprattutto, per i “grandi”. Gli scheletri di Burton, infatti, ritornano sempre in un picture show da sposa cadavere (come, più visibilmente, nelle scene alle giostre anni Ottanta o nei banchetti a base d’occhi, gli stessi tirati via dai mostri, i “Vacui”) mentre sullo sfondo, nella usuale lotta tra il bene e il male, con in mezzo le trasformazioni antropomorfe, va in scena l’azione.

Proprio con il giochetto dei mangiatori d’occhi, strappati per lasciare il posto alle orbite nere come il vuoto, il film rincorre l’“horror”, passaggio dovuto per un marchio di fabbrica. Eppure del Natale, il film nasconde il lieto fine delle migliori favole. Il bacio, il classico bacio del the end, ne è la prova più folgorante.

«Ci hai fatto sentire coraggiosi» dice Elena, una ragazza speciale, a Jake, di cui è innamorata, mentre lo abbraccia. Trascorre un giorno e dall’altro lato dell’anello temporale Elena lo lascia andare. Lui ritorna dal nonno, dal tassello iniziale della narrazione. Una circolarità come un anello, appunto. Quindi, di nuovo da lei: «Puoi ritornare nel 1943» gli ricorda il nonno. E va. La ritrova passando per altri anelli. E poi il bacio, quello di prima. Già, il solo che parli tutte le lingue, in qualunque storia. Scontato non c’è mai nulla. O forse sì. Ma mai l’amore.

Antonino Cicero
@AntoninoCicero1


Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali
Anno: 2016
Genere: avventura, fantasy
Regia: Tim Burton
Attori: Eva Green, Asa Butterfield, Samuel L. Jackson, Ella Purnell, Chris O’Dowd, Allison Janney, Terence Stamp, Judi Dench
Sceneggiatura: Jane Goldman
Fotografia: Bruno Delbonnel
Montaggio: Chris Lebenzon
Musiche: Michael Higham, Matthew Margeson
Produzione: Chernin Entertainmente, Tim Burton Productions
Distribuzione: 20th Century Fox
Paese: Usa
Durata: 127’
Formato: 2D e 3D