Teatro di pietra di Termini. Lettera dei Coraggiosi al commissario per la restituzione del bene alla città

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Il Teatro di pietra, l’impianto realizzato al Belvedere di Termini Imerese, si trova ancora in mani private, anche se da oltre un anno il bene non è più utilizzato ed abbandonato all’incuria del tempo.

Così I Coraggiosi termitani hanno deciso di consegnare al commissario straordinario del comune una lettera, con la quale lo invitano ad intraprendere ogni azione legale perché il teatro ritorni in mano pubblica ed alla fruizione dei cittadini. La missiva mira alla riappropriazione e rivitalizzazione delle strutture comunali e degli spazi urbani chiusi o resi inaccessibili durante l’amministrazione comunale cessata. “Il teatro, utilizzato in passato per iniziative culturali di rilievo nazionale e come luogo dove associazioni e scuole cittadine hanno messo in scena i loro spettacoli, non può continuare a versare nello stato di degrado e abbandono in cui si trova”, ha detto Pippo Preti, leader dei Coraggiosi. Il bene, infatti, era stato concesso in affitto ad una società privata, che aveva installato nella parte alta un ristorante-pizzeria (il Kalos), impiegando poi il teatro vero e proprio per spettacoli vari. Questo nei primi anni. Da tempo però la società ha cessato le sue attività, perché oberata di debiti (non ha neppure pagato al comune il canone di affitto), e il comune ha così iniziato la procedura per il suo recupero, ma senza esito, perché il teatro è rimasto ancora nel “limbo”, non essendo ancora rientrato nel pieno possesso dell’ente locale. Così già la scorsa estate il disagio della chiusura del teatro s’è sentito parecchio e le scuole pubbliche e quelle da ballo, le associazioni ed i gruppi di volontariato, che negli altri anni hanno usato il bene per il loro saggi di fine anno e per i loro spettacoli, sono state costrette a spostarsi fuori città, con gli immaginabili disagi e costi, quando invece avrebbero potuto usare il teatro di pietra. Inoltre, il suo abbandono all’incuria provocherà notevoli danni alla struttura, che un giorno dovranno essere riparati a spese pubbliche e, quindi, a carico dei cittadini. I Coraggiosi così auspicano che quanto prima il commissario ponga in essere tutte le procedure necessarie perché il comune si riappropri di un suo bene, riportandolo alla sua vocazione sociale e culturale.