A Geraci Siculo si costituisce Comitato per riottenere i beni artistici dell’ex Monastero delle Benedettine portati via dal vescovo di Cefalù

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Oltre settecento cittadini di Geraci Siculo, piccolo e incantevole borgo sulle alte Madonie si sono organizzati in Comitato pubblico per richiedere al vescovo di Cefalù che i beni artistici esistenti presso l’ex monastero delle Benedettine, soppresso nell’estate 2015, ed inaspettatamente asportati a cura, sostengono i promotori del Comitato, dello stesso, siano restituiti alla comunità geracese.

Affinchè – sostengono- li custodisca a perenne memoria storica, come segno tangibile  della presenza delle monache benedettine di clausura nel territorio.
Il monastero delle Benedettine “S. Caterina V.M.”, di “clausura papale”, sorto intorno all’anno 1492 ad opera di un gruppo di “donne ritirate”, ha operato nel territorio per 517 anni, lasciando un segno magnifico di umanità e di spiritualità,  indelebile nella storia della città, per le tante opere di bene, a favore di uomini, donne, bambini, sacerdoti  e religiosi , compiute dalle monache  avvicendatesi nei secoli dietro le grate claustrali.

Forse dello stesso parere non è stato il vescovo Manzella, quando, soppresso il Monastero delle Benedettine, perché ormai ridotto ad una sola presenza monacale,  “con atto assolutamente inaspettato – scrivono i promotori in un comunicato stampa – e non curante delle proteste dei cittadini, ha letteralmente spogliato e portato via dal monastero tutti i beni materiali ivi esistenti  tra cui: mobili, porte, quadri, paliotti di altare, reliquiari, calici, beni d’uso quotidiano, stoviglieria, biancheria, paramenti sacri, arredi sacri e liturgici, anche di pregio, e già utilizzati nell’annessa chiesa di S. Giuliano, documenti d’archivio relativi agli oltre cinquecento anni di vita monacale, libri antichi e moderni e tutto quanto appartenuto al vissuto quotidiano delle suore, riferendo, inoltre, in pubblica assemblea del 3 luglio 2015,  che avrebbe proceduto, nel più breve tempo, anche alla vendita dello stesso immobile del Monastero”.

Il comitato non risparmia critiche a mons. Manzella affermando che il Vescovo non ha esitato a schernire il popolo geracese, invitandolo a fare offerte per tale vendita; cosi come, nelle operazioni di asporto “Il suo segretario aveva invitato una cittadina ad accettare in dono due “casce” (cassapanche) forse a tacitazione  delle sue  proteste per  quanto già operato”.

Ove  i beni siano stati trasferiti il Comitato con certezza, pare che taluni , scarto di “70 sacchi di spazzatura” (per definizione – sostiene il Comitato – del vescovo stesso) siano stati distribuiti  in varie chiese e in locali della curia della Diocesi di Cefalù.

Il Comitato cittadino, dopo avere tentato più volte, ma invano, un approccio sereno, un serio dialogo rispettoso e filiale con il proprio Pastore, dinnanzi a questa chiusura ha formulato una circostanziata petizione, sottoscritta dagli oltre 700 cittadini e  sostenuta on line da geracesi emigrati e  tanti  altri (oltre 300), attenti alla cultura, alla storia, alle tradizioni del popolo geracese.

La petizione è stata inoltrata  oltre che al Vescovo Manzella anche al Santo Padre Francesco e a tutti gli uffici pubblici in qualche modo interessati alla questione: Prefettura (FEC fondo nazionale per il culto, in quanto  proprietario  dei beni ecclesiastici passati alla Stato in seguito alla soppressione degli ordini religiosi del 1866 cui faceva parte anche il monastero delle Benedettine), Assessorato per i Beni culturali e per  l’Identità siciliana , Soprintendenza ai Beni culturali della Sicilia, ecc. Destinatario della petizione è stato anche il parroco della comunità di Geraci Siculo, don Francesco Sapuppo che ha esposto tutti i fogli contenenti le firme dei cittadini all’interno della Chiesa Madre nella navata laterale di fronte  al SS. Sacramento.

Quindi nell’impossibilità, e nel diniego tassativo di un fattivo dialogo con il Vescovo Manzella, chiuso non solo alle semplici richieste del  gruppo promotore, ma anche all’ umile richiesta di buona parte dei  componenti della comunità ecclesiastica, il Comitato ha intrapreso l’azione di rivendicazione, non  tanto per il valore dei beni medesimi, che, se pure non trascurabile, non è il motivo ispiratore di detta rivendicazione, quanto, piuttosto, per  il profondo attaccamento al “vissuto plurisecolare”, e culturale, e spirituale, e umano, e sociale, che le monache benedettine hanno trasmesso  a quanti si sono a loro avvicinati per qualunque motivo.

Questa la motivazione profonda  – sostengono i componenti il Comitato- che  ispira l’azione determinata del popolo di Geraci, volta, prioritariamente, a conservare la “memoria” di oltre cinque secoli di efficacia presenza benedettina,  principalmente, a beneficio delle future generazioni, anche attraverso l’ istituzione ufficiale nello stesso immobile dell’ex  Monastero di un “Museo Benedettino”, luogo di custodia dei segni di questa presenza  e testimonianza viva  dell’opera spirituale e umana svolta dalle monache.  L’idea del Museo all’interno del monastero è stata alimentata dalla manifestazione  della Soprintendenza ai BB. CC. di sottoporre il bene medesimo a vincolo, nonché  dalla disponibilità manifesta del Comune di Geraci Siculo ad acquistare l’immobile. Infatti, nel nuovo bilancio 2016 il Consiglio Comunale, all’unanimità, ha già stanziato una discreta somma  finalizzata a tale scopo.

1 COMMENT

  1. Sono pronto a partire da Reggio Emilia per andare ad assaltare e riportare tutto quello che a depredato il monsignor vescovo. Fatemi sapere quello che devo fare sono pronto a tutto.

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