Sciara: intervista alla giovane Rossella Lombardi, Com. 2^Cl di Nave Cavour

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Crescere, conoscere e lavorare, sono tre elementi essenziali che i giovani d’oggi cercano per il loro futuro.

Spesso, nei nostri paesi si nascondono intelligenze che se hanno l’intraprendenza di fare un passo più lungo, riescono a realizzare i propri sogni, senza mai dimenticare però le proprie radici. Quella che vi raccontiamo oggi, è la storia della giovane sciarese Rossella Lombardi Com. 2^Cl di Nave Cavour, la nave ammiraglia della gloriosa Marina Militare Italiana. Abbiamo posto a Rossella alcune domande per capire cosa l’ha spinta ad intraprendere questo percorso professionale ed anche di vita. Il nostro ringraziamento va all’ufficio comunicazione della Marina Militare nella persona del TV Michele Angelicchio che ci ha concesso questa opportunità.

Ciao Rossella, grazie per aver accettato di parlare con noi. Andiamo subito al nocciolo della questione: tu sei originaria di Sciara, quando e perché hai scelto di arruolarti nella Marina Militare Italiana?

Ciao Giovanni, ringrazio voi per quest’opportunità. Mi sono arruolata a 19 anni, subito dopo aver conseguito la maturità presso il liceo classico. In realtà, intraprendere questo percorso in Marina Militare era già nei piani da molti anni. Ho sempre avuto immensa stima e ammirazione per coloro che servono il nostro Paese mettendo in gioco anche la vita se necessario; oggi far parte della Marina Militare mi riempie d’orgoglio. Essere un marinaio significa essere parte di qualcosa di speciale e speciale è anche il legame che si crea tra l’equipaggio di ogni nave, una vera e propria famiglia. Porterò i miei compagni di viaggio nel cuore per sempre.

Che ruolo hanno avuto la tua famiglia e i tuoi amici in questa importante scelta di vita e professionale?

Fortunatamente ho sempre avuto il pieno appoggio sia della mia famiglia che dei miei amici, sono molto fieri della divisa che indosso e di tutto ciò che rappresenta. Essere supportati dai propri cari è molto importante per questo lavoro, soprattutto quando ci si trova a molti chilometri di distanza e non è possibile sentirli tutti i giorni. Sapere che c’è qualcuno che con orgoglio ti aspetta a casa è sempre bello e ti concede la forza di superare anche i momenti più difficili.

Attualmente sei imbarcata su Nave Cavour, gloria della nostra Nazione, ma prima di arrivare a questo punto che percorso hai dovuto affrontare?

Ho presentato la domanda per il reclutamento nel 2020, era il mese di ottobre. Ho partecipato al concorso ad Ancona nel 2021. Eravamo in piena emergenza COVID-19, quel periodo in cui, come ricordiamo bene, per viaggiare avevamo bisogno di motivazioni provate, e misure stringenti quali mascherine FFP2, autodichiarazioni e tamponi. Nonostante tutto ero certa di quello che stavo facendo, fortunatamente la determinazione non mi è mai mancata. Dopo una serie di prove eseguite presso il centro di selezione mi hanno rilasciato l’idoneità al servizio. Felicissima sono tornata a casa in attesa dell’eventuale convocazione. Dopo circa due mesi è arrivata la comunicazione tanto attesa: ero chiamata ad iniziare subito l’addestramento con l’uniforme della Marina Militare. Tra impegno e sacrifici, ho superato la fase di addestramento e oggi mi ritrovo a far parte dell’equipaggio della Portaerei Cavour, come da te definita “gloria della nostra nazione”, quindi posso affermare che ne è valsa la pena, senza alcun dubbio!

C’è stato un momento in cui hai pensato di abbandonare o hai avuto la conferma di trovarti sulla strada giusta?

No, non ho mai pensato di abbandonare. Non ti nego che a volte è dura, ma non ho mai esitato. Quando ho intrapreso questa strada sapevo quello che mi aspettava. Devo dire che, nelle difficoltà, è lo spirito di corpo, quel qualcosa di “speciale” che si crea tra i membri di un equipaggio e l’amicizia dei miei colleghi che mi spinge a proseguire dando comunque il massimo. E come già accennato, anche la famiglia in questo senso ha un ruolo importantissimo: ne approfitto per ringraziarli di tutto!

Ci racconti la tua giornata lavorativa?

In realtà non ho proprio una giornata tipo. Essendo la Portaerei Cavour la nave ammiraglia della Marina Militare ogni giornata è sempre caratterizzata da qualcosa di diverso e nuovo. In questo senso, essere qui è anche molto stimolante. Io, insieme ad altri colleghi, siamo impiegati sia nella componente logistica di bordo sia nelle “squadra di sicurezza”. Per la parte logistica, il mio lavoro consiste e gestire e garantire le normali attività di base dell’equipaggio: dalle cucine e mense di bordo fino alla gestione dei viveri e materiali, le attività logistiche sono fondamentali per una nave da guerra, specialmente per un equipaggio di circa 550 persone e che può arrivare fino a 1200 unità. Per quanto riguarda il mio incarico nelle squadre di sicurezza, siamo pronti e addestrati ad intervenire in caso di incendio o di falla a bordo. Giornalmente svolgiamo esercitazioni simulando i vari eventi di pericolo sia quando la nave è ormeggiata in porto sia durante le navigazioni.

Quali sono le competenze che hai acquisito dall’inizio del tuo percorso professionale?

Il percorso professionale in Marina Militare permette di acquisire sempre nuove competenze. Durante il corso di addestramento da volontario in ferma prefissata, svolto a Taranto presso le scuole della Marina Militare, ho ricevuto tutte le nozioni riguardanti la formazione e la vita militare. Arrivata a bordo della Portaerei Cavour, in base alle mie mansioni, ho dovuto da subito iniziare a studiare. Un fattore importante per svolgere questo lavoro è avere un’ottima conoscenza della nave e delle corrette procedure di sicurezza. Bisogna conoscere come la nave è suddivisa, individuare la posizione e la funzione dei numerevoli locali che essa ospita. Bisogna poi conoscere tutte le misure per poter intervenire in sicurezza nelle squadre antincendio e antifalla. Date le sue imponenti dimensioni, sapere sempre dove ci si trova o dove dirigersi in caso di necessità, è fondamentale. Inoltre, tra le altre nozioni che ho dovuto acquisire per operare a bordo ci sono come effettuate in sicurezza tutte le manovre marinaresche e anche nozioni base sull’impiego delle armi, al fine di contribuire ai servizi di sorveglianza degli ambienti militari. Sono certa che le mie conoscenze si amplieranno sempre di più nel tempo.

Sei giovanissima e già hai acquisito un importante bagaglio formativo, come ti vedi tra dieci anni a tal proposito?

Ci tengo a sottolineare, come dico sempre, che questo è solo un piccolo inizio, un piccolo trampolino di lancio per la mia vita. Qualche giorno fa ho superato il concorso che mi permetterà di rimanere in Marina e questo è un altro traguardo di cui sono felicissima, ma non mi fermerò qui. Continuerò a cercare di vestire con orgoglio l’uniforme della Marina Militare, magari sempre con qualche grado e quindi competenza in più.

Un’ultima domanda prima di lasciarti al tuo lavoro: quale consiglio vuoi dare ai tuoi coetanei?

Il consiglio che vorrei dare è quello di non rinunciare ai propri sogni per paura di andare lontano da casa. La novità a volte spaventa, ma non deve prevalere la paura alla voglia di realizzarsi. È proprio questo il senso, come recita il motto di Nave Cavour: “IN ARDUIS SERVARE MENTEM”, mantenere l’animo imperturbato nelle difficoltà.