Castelbuono, Casa disabili/lager: la Regione avvierà inchiesta per mancati controlli

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«Non appena gli atti saranno ostensibili, chiederò all’Autorità giudiziaria di potere acquisire il provvedimento cautelare emesso dal gip per avviare un’indagine interna all’Asp di Palermo,

finalizzata a verificare se sussistano responsabilità o mancati controlli da parte dei dipartimenti competenti. Non sono più disposto ad accettare che fatti di questa meschina violenza contro persone inermi passino nel silenzio, come se la pubblica amministrazione non abbia un onere di controllo. Alle persone offese da queste condotte indegne e immorali, e ai loro familiari, giunga la mia solidarietà e il mio personale pensiero di vicinanza». Lo afferma l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza in merito ai maltrattamenti subiti dai disabili fisici e psichici residenti nella struttura di Castelbuono al centro dell’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura di Termini Imerese.
Infatti sono stati i finanzieri del Comando Provinciale di Palermo che hanno dato esecuzione all’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Termini Imerese, su richiesta della Procura, nei confronti di 35 soggetti che hanno gestito un verio e proprio lager.
Il personale della struttura ricorreva sistematicamente all’inflizione di punizioni (come il digiuno), a percosse (consistenti in strattonamenti, calci, schiaffi), ad offese gratuite e denigranti, nonchè sottoponeva quotidianamente diversi pazienti a gravose ed immotivate limitazioni della propria libertà personale rinchiudendoli, sia di giorno che di notte, all’interno di un locale di pochi metri quadrati completamente vuoto e privo dei servizi igienici, da loro denominato “stanza relax”, dove i disabili rimanevano rinchiusi, spesso per diverse ore, al buio e senza alcuna assistenza.
Il Gip ha evidenziato che “gli ospiti del centro sono sottoposti a un regime di vita che non è eccessivo definire contrario al principio di umanità” e che “scontano quotidianamente la pena della loro disabilità con il loro essere sottoposti a torture sistematiche che aggravano la loro condizione mentale e ne devastano il corpo”.
Dei i 35 soggetti indagati dieci sono stati arrestati, sette agli arresti domiciliari, cinque sottoposti all’obbligo di dimora nel comune di residenza, mentre a tredici è stato fatto divieto di esercitare attività professionali per un anno.
Gli indagati sono indiziati, a vario titolo, dei reati di tortura, maltrattamenti, sequestro di persona, corruzione, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, malversazione e frode nelle pubbliche forniture.
Il Gip ha anche disposto il sequestro preventivo di una onlus che, in regime di convenzione con l’Asp di Palermo, fornisce servizi di riabilitazione “a ciclo continuo” in favore di 23 pazienti con gravi disabilità fisiche e psichiche, nonchè di beni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 6,7 milioni. Le indagini si sono sviluppate attraverso due filoni paralleli.
Il primo ha riguardato l’amministratore e i soci dell’associazione i quali, attraverso la simulazione della forma no profit dell’ente, conseguirvano l’accreditamento istituzionale con la Regione Siciliana e il successivo convenzionamento con l’Asp di Palermo ottenendo, nell’ultimo quinquennio erogazioni pubbliche per 6,2 milioni. Una parte di tali fondi, oltre 470 mila euro, anzichè essere destinata ai fabbisogni dei pazienti o reinvestita nell’adeguamento della sede, veniva utilizzata dai soci per fini privati. Contestati anche episodi di corruzione di un funzionario dell’Asp di Palermo che avrebbe aiutato l’ssociazione, ottenendo quale controprestazione l’assunzione del figlio e della nuora.