Caccamo: l’ispettore Settimo La Monica è il nuovo comandante del distaccamento Forestale

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Prosegue il piano della Regione Siciliana atto allo sviluppo e ripresa del Corpo Forestale regionale e proprio oggi 30 novembre a Caccamo si è insediato il nuovo comandante Settimo La Monica.

Il distaccamento forestale di Caccamo, era stato chiuso mesi fa per mancanza di personale, l’organico del Corpo infatti ha subito un drastico calo negli anno a causa dell’età avanzata degli agenti ridotti ad un numero esiguo rispetto a quanto dovrebbe essere realmente. Dopo l’approvazione della procedura di mobilità volontaria per la copertura di 100 posti per agente forestale fortemente voluto dal presidente nello Musumeci e dall’assessore al Territorio e ambiente Toto Cordaro, adesso anche Caccamo ha nuovamente il suo distaccamento. Si tratta di un punto strategico e importante perchè abbraccia un vasto territorio che comprende non solo il comune in questione ma anche Termini Imerese, Sciara, Trabia e zone limitrofe che necessitano di un controllo capillare dal punto di vista ambientale e della prevenzione di incendi boschivi, gli stessi che nel periodo estivo flagellano non solo questa parte di territorio ma l’intera regione. La cerimonia di insediamento è avvenuta in mattinata presso il distaccamento dove ad accogliere il nuovo comandante erano presenti l’assessore Cordaro, il sindaco dott. Di Cola, il vicesindaco dott. Comparetto e le autorità religiose e militari di Caccamo: Al Comandante La Monica – si legge sul profilo Facebook del Comune di Caccamo – auguriamo buon lavoro convinti che la presenza strutturata del Corpo Forestale a Caccamo sia indispensabile per una efficace attività di controllo del territorio, come presidio di legalità ma anche nella fondamentale opera di prevenzione e supporto nelle emergenze, ancora più essenziali nel fronteggiare le sfide ambientali di questi tempi”. L’ispettore La Monica prende il posto del collega isp. Pietro Riccobono che era stato l’ultimo comandante prima della chiusura del distaccamento.
Giovanni Azzara