Cefalù: Diritto alla salute e contrattazione territoriale, iniziativa di Cgil e Spi Cgil

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A Cefalù  la Cgil avvia un progetto di ascolto e di rilevazione delle esigenze di anziani e non autosufficienti, per elaborare una piattaforma di rivendicazioni per le politiche socio assistenziali del distretto socio sanitario 33.

L’iniziativa parte oggi con un confronto  alle ore 9,30 presso la Camera del Lavoro di Cefalù dal titolo “Diritto alla Salute e contrattazione territoriale, per una comunità competente”. Lo organizzano la Cgil Palermo, lo Spi Cgil Palermo, la Camera del Lavoro di Cefalù e la Società italiana per la promozione della Salute.
“Proviamo a interrogarci su come costruire una società del benessere e per portare avanti una proposta concreta rivolta  ai bisogni della terza età e alle emergenze delle persone  non autosufficienti – spiegano Giuseppe Guarcello, segretario Spi Cgil Palermo e Filippo La Mantia, responsabile Camera del Lavoro di Cefalù – Il progetto parte dalla raccolta del bisogno del territorio  del  distretto 33 per  elaborare una piattaforma rivendicativa territoriale. E  realizza un intervento concreto a favore della popolazione anziana e non autosufficiente con l’apertura di uno “sportello dei diritti” per la terza età  che entrerà in funzione a settembre. Il progetto è finanziato dalla Cgil Palermo e dallo Spi Palermo e si avvarrà della collaborazione di personale volontario, che sarà formato in questi mesi”.
Intervengono all’iniziativa, Bruno Aiello, presidente nazionale Società Italiana Promozione della Salute, Giuseppe Michele Lombardo, psicologo, Università  Kore di Enna,  Nella Viglianti  già Dirigente scolastico Istituto comprensivo Rosario Porpora, Antonietta Costa dirigente medico Osservatorio Epidemiologico regionale, Elisabetta Guadagni, Caregiver, Giuseppe Guarcello, segretario provinciale Spi Cgil Palermo, Mario Ridulfo segretario generale Cgil Palermo. Modera Filippo La Mantia.
“Il nostro intento – proseguono  Guarcello e La Mantia – è stimolare le amministrazioni nella programmazione degli interventi appropriati e  favorire le buone prassi. Ovvero creare delle reti sociali territoriali che abbiamo  come obiettivo la costruzione di una comunità competente e solidale, capace di ascoltare se stessa edi suoi bisogni, di prenderne coscienza e di trovare le soluzioni per risolverli. Nel caso concreto il bisogno urgente di interventi dedicati alla popolazione anziana non autosufficiente .
“I dati nazionali – continuano  Guarcello e La Mantia – ci dicono che su 6,9 milioni di ultra 75enni, sono 2,7 milioni quelli con gravi difficoltà di autonomia nelle attività di vita quotidiana e di cura della persona e circa 1,3 milioni vedono gravemente compromessa la propria autonomia con alto rischio di istituzionalizzazione.
Il progressivo invecchiamento della popolazione si accompagna a una costante crescita delle patologie croniche in un contesto come quello attuale di crisi economica e finanziaria dove inevitabilmente al diminuire delle disponibilità delle risorse, che in realtà spesso ci sono ma non vengono impegnate, aumenta la richiesta di salute a lungo termine. Una ragione in più per non sprecare le opportunità offerte dal nuovo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.