Processo contro mafia di San Mauro: 15 associazioni antiracket si costituiscono parte civile

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Si può considerare senza timore di smentita uno dei più grossi processi  per mafia che si celebra negli ultimi anni dal momento che ha portato all’arresto di 11 persone ritenute a vario titolo responsabili di associazione mafiosa, estorsione,

trasferimento fraudolento di beni, corruzione, atti persecutori, furto aggravato e danneggiamento da parte di alcuni esponenti della famiglia mafiosa di San Mauro Castelverde. Un  processo scaturito dall’ inchiesta “Alastra” , portata a termine dai Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, le cui indagini sono state seguite dal pool di magistrati coordinati dal Procuratore Aggiunto Salvatore De Luca.
Venerdì 4 giugno, al Tribunale di Palermo,  la prima udienza durante la quale a costituirsi parte civile a fianco di 4 vittime saranno il Coordinamento siciliano di “Sos Impresa – Rete per la Legalità”, “Sos Impresa Palermo”e l’associazione antiracket “ACIS” di Sant’Agata di Militello. A rappresentarle ci saranno: il vice presidente vicario nazionale di “Sos Impresa – Rete per la Legalità”, Pippo Scandurra,  il presidente dell’Acis e coordinatore regionale, Giuseppe Foti; il presidente di “Sos Impresa Palermo”, Matteo Pezzino. A costituirsi parte civile saranno anche alcuni comuni del messinese.
«Le vittime provengono dalla provincia di Messina e di Palermo – afferma Scandurra –  ed erano già socie della nostra associazione. Insieme a noi ci saranno tutti i coordinatori provinciali della Sicilia che si costituiranno parte civile attraverso i nostri legali. Quando saranno sentiti come testimoni i nostri imprenditori, riempiremo l’aula del tribunale con la presenza di tutte le nostre 15 associazioni antiracket che fanno parte del Coordinamento siciliano di “Sos Impresa – Rete per la Legalità”  a sostegno dei nostri colleghi».
Un importate processo, dicevamo, perché a essere arrestati sono stati i componenti della famiglia Farinella, considerati i cervelli  della mafia in Sicilia, il suo braccio economico, padroni di numerosi alberghi in Italia, uno dei più grandi della Sicilia. Una struttura alberghiera nella quale si sono celebrati eventi di una certa importanza, per esempio i matrimoni di noti mafiosi.
È, dunque, una tappa importante, la prima udienza di venerdì  4 giugno, che vedrà le associazioni antiracket che fanno capo al Coordinamento siciliano di “SOS Impresa – Rete per la Legalità” fare fronte comune accanto alle vittime, imprenditori che credono nella possibilità di crescita della Sicilia attraverso un’imprenditoria sana e onesta.