V Commissione Ars boccia decreti dell’Assessore Samonà per affittare ai privati i beni culturali custoditi nei musei siciliani

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Alla fine la “Carta di Catania”, il discusso decreto con il quale l’assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana, il leghista  Alberto Samonà, pensava di valorizzare i beni  culturali contenuti nei depositi museali siciliani,

è stato sonoramente bocciato in V Commissione Cultura all’Ars. L’iniziale entusiasmo dell’assessore leghista è stato brutalmente smorzato da numerose polemiche sorte immediatamente dopo le sue dichiarazioni  (ne abbiamo dato conto qui).
I decreti 74 e 78 dell’assessore Samonà sono stati oggetto di vivaci discussioni proprio in seno alla citata V Commissione Cultura e, nel corso dell’ultima audizione, la Commissione ha votato una risoluzione proposta dal Movimento 5 Stelle, dal PD e da Claudio Fava. I parlamentari dei partiti della maggioranza di centrodestra presenti alla seduta, hanno provato a bloccare la mozione di bocciatura, lanciando un segnale di apertura a una riscrittura condivisa dei decreti al presidente Luca Sammartino, una riscrittura volta a potenziare ulteriormente il disposto degli stessi decreti con un nuovo atto. Il tentativo del centrodestra non è sembrato sufficiente; la V Commissione Cultura ha  respinto con fermezza i decreti Samonà, ritenuti dai deputati dell’opposizione “uno strumento pericolosissimo per i beni culturali siciliani”.
“Questo strumento – affermano i deputati Cinquestelle, Valentina Zafarana, Giovanni Di Caro, Stefania Campo, Ketty Damante e Roberta Schillaci – potrebbe creare danni irreversibili al nostro patrimonio culturale e pertanto va fermato. Lo ribadiamo ancora una volta: la Regione non può abdicare al proprio ruolo istituzionale di tutela, conservazione e valorizzazione dei beni culturali solo per fare cassa, facendosi sostituire da privati e altri soggetti pubblici. Nei decreti Samonà permangono incongruenze non risolte tra prestito, concessione in uso e concessione della valorizzazione. Permane inoltre il problema delle risorse umane, già numericamente inadeguate, che verrebbero pure sovraccaricate dalle incombenze che i decreti assessoriali presuppongono per le sovrintendenze”.
Il deputato del PD, Nello Di Pasquale, ha rincarato la dose: “L’assessore Samonà ha perso l’occasione di avviare un confronto serio e costruttivo all’interno della Commissione Cultura del Parlamento. Ha preferito imporre un percorso che aveva già avviato in piena solitudine, anziché, con umiltà e responsabilità, sospendere o ritirare un atto che aveva partorito con il contributo di pochi amici”.
“Questi decreti – ha affermato Claudio Fava, dei Centopassi- sono frutto di un equivoco irricevibile e cioè l’idea che i depositi museali della Regione siano solo polverosi magazzini. Un’immagine che va ribaltata chiedendo alle Sovrintendenze di restituire a quei beni in deposito il destino che meritano: catalogazione, valorizzazione, offerta culturale”.
Oltre al ritiro dei decreti, la risoluzione approvata ieri in V Commissione Cultura mira, tra le altre cose, a impegnare il governo a porre in essere tutte le azioni necessarie per portare finalmente avanti una seria operazione di catalogazione e valorizzazione dei beni culturali presenti nei depositi regionali.
L’assessore Samonà, oltre a prendere atto “con amarezza” della bocciatura dei decreti da lui firmati ha sottolineato che: ”con l’approvazione di questa risoluzione delle opposizioni si è, evidentemente, preferito lo scontro politico, piuttosto che affrontare la possibilità di migliorare insieme lo strumento esistente. Sono stato presente a diverse sedute e, nel corso di quella odierna, ho manifestato la mia disponibilità a cercare soluzioni che rassicurassero le diverse sensibilità emerse nelle audizioni; questa disponibilità a collaborare, però, non è bastata a superare logiche politiche di contrapposizione. Il governo – dice ancora l’assessore Samonà – va avanti nell’azione di valorizzazione del nostro patrimonio culturale, sancito dai decreti della “Carta di Catania”, ma terrà, comunque, conto delle diverse sensibilità emerse durante le audizioni, affinché preziosi suggerimenti possano trovare accoglimento nel bando che sarà successivamente pubblicato ad opera del dirigente generale dei Beni Culturali”.
Ci sembra che l’ascia di guerra sul destino dei beni culturali custoditi nei depositi siciliani sia tutt’altro che sotterrata.
Anna Maria Alaimo