Deposito nucleare sulle Madonie, il comitato ZFM “no ad ulteriori sacrifici a chi vive nelle terre alte di sicilia”

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“Le comunità montane della Sicilia, private nel corso dei decenni dei servizi essenziali ed escluse da ogni incentivo, hanno già pagato un prezzo altissimo, assistendo inesorabilmente al loro spopolamento.

Nè lo Stato nè la Regione possono chiedere altri sacrifici ai resilienti. L’ambiente naturale è la principale ricchezza delle terre alte della Sicilia; chiediamo di preservarlo dall’inquinamento e di tutelare la salute e lo sviluppo economico della gente che ha scelto di viverci. Vogliamo massima trasparenza ed informazione sulla scelta dei siti da destinare a discarica, sugli eventuali rischi alla salute pubblica”
È quanto dichiarato da Vincenzo Lapunzina, coordinatore del Comitato regionale per l’Istituzione delle Zone Franche Montane in Sicilia, a seguito del via libera da parte dei ministeri dello Sviluppo e dell’Ambiente, all’individuazione delle aree potenzialmente idonee per la costruzione dei depositi nazionali dei rifiuti radioattivi.
Nella mappa dei 67 siti distribuiti in sette regioni italiane, stilata dalla ditta Sogin (https://www.depositonazionale.it/consultazione-pubblica/proposta-di-cnapi/pagine/default.aspx), figurano anche quattro aree individuate in Sicilia; due sulle Madonie (Castellana Sicula e Petralia Sottana) e due nel trapanese (Calatafimi Segesta e Trapani).
Con il via libera alla Carta, parte la fase di consultazione dei documenti che durerà due mesi; a seguire si terrà, nell’arco dei quattro mesi successivi il seminario nazionale.