Monte San Calogero: scoperte nuove specie di coleotteri “Carabidi anoftalmi della Sicilia”

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Il Monte San Calogero non smette mai di stupirci e l’ultimo “regalo” è proprio la scoperta di 4 coleotteri denominati “Carabidi anoftalmi della Sicilia”.

La scoperta avvenuta lo scorso marzo 2020, è rimasta purtroppo nel buio per un intero anno e anche se si tratta di una bella notizia, è rimbalzata solo adesso agli onori della cronaca. La scoperta di queste nuove specie endemiche nel territorio tra Sciara, Caccamo e Termini Imerese è avvenuta a seguito di uno studio effettuato da cinque studiosi toscani ed emiliani secondo i quali potrebbero esserci ulteriori specie presenti. Secondo quanto riporta il “Giornale Italiano di Entomologia”: “vengono descritti quattro nuovi “Carabidi anoftalmi della Sicilia”, di cui tre sintopici: Typhloreicheia sanctaerosaliae del Monte San Calogero (Palermo), appartenente al Gruppo praecox (sensu MAGRINI & BAVIERA, 2011), si tratta della specie di maggiori dimensioni finora nota per il gruppo, caratterizzata da un edeago con apice grande, corto, largo e poco flesso ventralmente; Typhloreicheia aliciae n. sp. del Monte San Calogero, appartenente anch’essa al Gruppo praecox e facilmente distinguibile sia dalla precedente specie che dalle geograficamente prossime T. binaghii binaghii Casale, 1985 delle Madonie e T. baudii (Ragusa, 1883) di Ficuzza per i caratteri riportati nel testo e in particolare la singolare lamella copulatrice dell’edeago; Typhloreicheia patronitii n. sp. di Rocche del Crasto (Alcara li Fusi, Messina), terzo taxon del genere descritto per i Monti Nebrodi, caratterizzato in particolare da una lamella copulatrice dell’edeago formata da una rosetta di grossi denticoli laminari; Duvalius paladinii n. sp., ancora del Monte San Calogero (Palermo), campionato su una sola femmina e caratterizzato da piccole dimensioni, scarsa specializzazione morfologica, habitus stretto e marcata pubescenza delle tempie, che lo fanno attribuire al Gruppo siculus”. Una delle specie è stata denominata “Typhloreicheia sanctaerosaliae” proprio in omaggio alla Sicilia e alla Patrona di Palermo, Santa Rosalia. “L’occhio esperto dell’entomologo – afferma su Ansa l’entomologo Calogero Muscarella di origini sciaresi e fondatore della Cooperativa Silene – individua la microporzione adatta di suolo, nel versante più idoneo di una montagna, con la giusta copertura vegetale e il giusto grado di umidità, o la grotta più promettente. Poi la scava e piazza delle particolare trappole, contenitori riempiti con aceto e sale e una sostanza attirante la cui ricetta è il segreto di ogni ricercatore ma che di certo emana un terribile e pestilenziale odore per l’uomo. E ancora: raccoglie chili e chili di terriccio. I campioni saranno poi vagliati in laboratorio alla ricerca dei piccolissimi abitanti del suolo profondo. Vengono così individuate specie di ridottissime dimensioni, pochissimi millimetri, per lo più coleotteri dalle forme straordinarie: ciechi, visto che nelle profondità del suolo la luce non arriva e gli occhi non servono, dagli organi di senso straordinariamente potenti, diafani. Un universo straordinario di vita”. 
Giovanni Azzara