Termini Imerese, si aprono spiragli positivi per l’ex Blutec e la salvaguardia dei 1000 posti di lavoro

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“Auspichiamo si possa partire prima possibile con i progetti, perché solo quando si arriverà ad assumere il millesimo lavoratore si potrà davvero considerare una vittoria del lavoro”.

A parlare è Angelo Mazzeo (nella foto), 44 anni, laureato, segretario regionale per la Sicilia della Ugl metalmeccanici In passato ha condotto diverse battaglie per i diritti dei lavoratori, la salvaguardia dei livelli occupazionali, ed il potenziamento dei siti industriali (tra tutti STM, Micron, Acciaierie di Sicilia), mentre da diversi anni si occupa anche della vertenza riguardante i lavoratori ex Fiat di Termini Imerese, oltre che delle aree industriali in cui si trovano le aziende menzionate.
Quale è la situazione oggi della ex Blutec di Termini Imerese?
Ci troviamo davanti ad una vicenda paradossale, un tunnel dal quale finalmente sembra si stia iniziando ad intravedere un timidissimo spiraglio di luce. Investitori che ricevono finanziamenti dallo Stato e soldi che però finiscono per essere utilizzati in altre situazioni, il commissariamento, il lungo periodo di cassa integrazione per i dipendenti diretti e gli aiuti per i lavoratori dell’indotto, oltre 1000 persone. Una storia infinita che, adesso, si è appena arricchita di un nuovo capitolo con relativo colpo di scena, motivo per il quale possiamo dire che il cauto ottimismo che avevamo espresso nei giorni scorsi (dopo l’approvazione del progetto “S. U. D. – smart utility district del Consorzio “Smart city group”) era stato fondato. Ancora, infatti, non conosciamo nel dettaglio la caratura delle iniziative imprenditoriali “green” prevista, ma già sappiamo che Blutec va verso il concordato preventivo. Certo, si tratta di un’operazione sicuramente più orientata verso la garanzia della vigilanza statale sull’azienda, poiché un’eventuale liquidazione avrebbe portato la società commissariata ad essere venduta ad un qualsiasi acquirente, senza alcuna certezza di risultato. Considerato quindi come è andata la prima volta in termini di fregatura, allora è meglio che si proceda con il concordato. La novità è che, in ogni caso, i lavoratori dovranno passare dagli ammortizzatori sociali alla disoccupazione in attesa che il sito produttivo venga rinnovato dal Consorzio e che si dia avvio alle assunzioni progressive. Ovvero un salto nel buio che non ci vede affatto d’accordo ed è per questo che abbiamo immaginato la costituzione di una newco a capitale statale dove poter far transitare tutti i lavoratori, per mantenerli in cassa integrazione fino al loro assorbimento nelle aziende consorziate.
Una situazione che si innesta in una zona industriale termitana oggi è in assoluto abbandono.
Ogni qual volta mi reco a Palermo, dovendo passare proprio vicino il polo industriale di Termini Imerese, non posso che provare rabbia e sgomento per come è stata ridotta una delle aree produttive più grandi d’Italia. Se poi penso a come sono state gestite, negli ultimi decenni, situazioni ed aziende in quella zona insediate il dolore diventa più forte, anche pensando a quanti capitali (anche pubblici) sono stati bruciati. La storia di Blutec possiamo considerarla il simbolo del degrado di una zona industriale che, adesso, si sta candidando per diventare Zona economica speciale allorquando l’iter sarà definitivamente completato. Questa pandemia in atto di certo non aiuterà la ripresa, ma riteniamo non si debba lesinare alcuno sforzo perché le macerie di disoccupazione e disperazione lasciate in questi anni possano lasciare spazio a nuove idee imprenditoriali ed a lavoro per tanti padri di famiglia.
Cos’è il piano S. U. D. “Smart Utility District”e che progetti sono stati presentati?
Da quel poco che conosciamo sicuramente “S. U. D.” è un piano ambizioso che punta sull’innovazione, coinvolgendo anche enti di ricerca ed atenei italiani, per ben 16 progetti che potrebbero finalmente dare una nuova vita all’ex stabilimento Fiat e una rinnovata dignità occupazionale ad un migliaio di lavoratori. Come organizzazioni sindacali siamo in attesa di approfondire i piani industriali presentati, per poter dare un giudizio definitivo, anche se già siamo consapevoli che a monte ci debbano essere investimenti certi e tempistiche chiare, oltre ai controlli costanti e pressanti da parte dello Stato il cui contributo economico potrebbe essere vincolante per la buona riuscita delle proposte stesse. E’ evidente però che il tempo è scaduto e adesso bisogna fare le cose in fretta, ma bene, perché le maestranze non possono più aspettare e così soffrire per altri anni. C’è gente che è andata in pensione dopo un decennio di cassa integrazione!
Quale pensa sarà il futuro dei 700 operatori ex Fiat e de i circa 300 impiegati nell’indotto?
Così come dichiarato dai tre commissari straordinari di Blutec, nei precedenti incontri, il Consorzio “Smart city group” dovrebbe garantire i livelli occupazionali dei lavoratori diretti ed indiretti della ex Fiat. Il nostro impegno dura dallo scoppio della vertenza causata dalla chiusura dello stabilimento da parte della casa automobilistica torinese, fino a passare per le svariate ipotesi di riconversione e la sciagurata vicenda della società che a Termini avrebbe dovuto produrre auto elettriche. Un decennio di cassa integrazione per le 700 unità e di mobilità in deroga “beffa” per le 300 risorse umane, considerato che lo stesso sussidio è soggetto ad una tassazione elevata a causa di una normativa di trent’anni fa che decurta l’importo totale, riducendo il netto a circa 450 euro mensili. Pur di non perdere la continuità occupazionale, praticamente questi lavoratori hanno dovuto accettare di prendere meno rispetto ad altri nuovi sussidi statali e non c’è stato verso nel tempo di poter correggere l’errore originario. Una cosa assurda, se immaginiamo prima di tutto cosa significa per un padre di famiglia sopravvivere mensilmente con poche centinaia di euro! Ed è anche per questo motivo che, come Ugl, riteniamo che è arrivato il tempo di fatti concreti e non di parole al vento.
Che prospettive vede per l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese?
Dopo tutto quello che è accaduto, preferiamo rimanere con i piedi per terra e non fare voli pindarici. E’ già un passo in avanti il fatto che vi siano imprenditori che vogliano investire su un sito che, secondo noi, ancora ha tantissime potenzialità da poter esprimere. Speriamo solo non siano prenditori, come è stato nel recente passato i cui risvolti hanno rappresentato una sconfitta per il lavoro, per l’intera comunità di Termini imerese e per lo sviluppo dell’area produttiva termitana e non solo. Ringraziamo ancora una volta pubblicamente i commissari per tutto quello che hanno fatto fino ad oggi, ma adesso viene la battaglia più complicata affinchè neanche un posto di lavoro venga perso. Auspichiamo quindi nella bontà di azione dei componenti del Consorzio per quello che, secondo il nostro punto di vista, oltre ad un investimento economico rappresenta prima di tutto un obbligo morale nei confronti dei lavoratori. Ci auguriamo quindi che si possa partire prima possibile con i progetti, perché solo quando si arriverà ad assumere il millesimo lavoratore si potrà davvero considerare una vittoria del lavoro.