Brutte notizie per la campagna olivicola 2020, sulle Madonie si registra un – 50% di produzione

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Ormai è un dato di fatto che il cambiamento climatico sta portando ad un lento e doloroso processo di scombussolamento del pianeta con gravi ripercussioni sull’agricoltura.

Un settore che sembra essere in crisi da moltissimi anni ma che grazie ai vari sovvenzionamenti da parte della comunità europea, dallo stato e dalla regione, si riesce seppur con qualche difficoltà a portare a bordo gli obiettivi preposti ad ogni inizio anno dagli imprenditori agricoli. Da qualche anno però il settore olivicolo sta avendo diversi problemi, uno su tutti sicuramente la mancanza di piogge che negli ultimi anni sono mancate e quelle poche sono risultate acide e dannose per gli alberi e le coltivazioni. Quest’anno, funesto sotto tutti i punti di vista, la zona delle Madonie, dove i frantoi sono già in funzione visto l’anticipo della maturazione, accusa un -50% di produzione. L’attacco della mosca olearia è stato tardivo e non avrà grosse ripercussioni, ma lo scirocco di maggio ha bruciato buona parte della fioritura, il risultato sono alberi spogli, foglie secche e olive con poca ma ottima polpa. Un bilancio quasi tragico perchè da sempre le zone madonite e della Valle del Torto, sono state sempre famose per la grande produzione di olio di vario tipo, il calo varia dal 10 al 20 per cento, i produttori si consolano però con un olio che ha qualità eccezionali, ottenuto da oliva Cerasuola, amaro e pungente e con un’alta concentrazione di polifenoli, un antiossidante naturale. Il prezzo per il consumatore dovrebbe essere di 7 euro al litro, all’ingrosso invece il prezzo è di 5,50 euro. “Siamo di fronte ad un’annata sfortunata per la maggior parte dei nostri territori – ha dichiarato Antonino Cossentino, presidente cella Cia Sicilia Occidentale. “Annata – ha aggiunto – che poteva andare comunque meglio se le nostre campagne fossero state servite meglio da un sistema di irrigazione che, purtroppo, fa acqua da tutte le parti. La siccità è un problema che si può limitare dotandosi di maggiori e migliori infrastrutture, quest’anno invece la Regione ha deciso di tagliare del 30% la fornitura di acqua alle campagne. E alcune dighe hanno pure erogato a singhiozzo. L’olivicoltura siciliana rischia di restare schiacciata tra i problemi climatici e la concorrenza in atto da parte delle grandi aziende che immettono nel mercato olio a 2,50 il litro che in etichetta riporta la scritta ‘extra vergine di oliva’. Un prezzo impossibile da contrastare, visto che fare un litro di olio extra vergine a noi produttori costa quasi 5 euro. Quindi, che olio c’è nelle bottiglie che troviamo sugli scaffali dei supermercati? Bisogna premiare la filiera agricola che si impegna nella produzione di un olio di qualità, garantendo prezzi più equi e remunerativi”. 
Giovanni Azzara