Caccamo festeggia San Nicasio, il “cavaliere gerosolimitano” che nel 1573 sconfisse la peste

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Quando si fa riferimento alla città di Caccamo, il pensiero va subito al celebre castello ma anche ad uno dei santi siciliani che combatterono in Terra Santa e morirono per difendere la fede ma sopratutto i pellegrini che vi si recavano per pregare sui luoghi santi dei cristiani.

Stiamo parlando di San Nicasio, nato in Sicilia (probabilmente a Palermo) tra il 1130 e il 1140 discendeva dai saraceni per parte di padre e dai normanni per parte di madre. Nicasio, quarto di quattro figli, insieme al fratello Ferrandino abbracciarono la vita religiosa come membri dell’Ordine Ospedaliero dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, conosciuto oggi come Ordine di Malta e a seguito di ciò, oltre ai voti di: povertà, castità e obbedienza, ne abbracciarono un quarto che era in uso all’epoca ossia quello dello “stare in armi”. Così facendo, aderirono pienamente allo spirito dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme che aveva come princìpi ispiratori la difesa della fede, l’assistenza ai pellegrini e agli ammalati, l’impegno alla solidarietà, alla giustizia, alla pace, sulla base dell’insegnamento della dottrina evangelica, in stretta comunione con la Santa Sede, attraverso una carità operosa e dinamica, sostenuta dalla preghiera. Il 30 giugno del 1187 il sultano Saladino, invase i regni crociati e tutti i soldati appartenenti a quest’ultimo si ritirarono ad Hattin, luogo dove ebbe luogo la celebre battaglia che pose fine alla dominazione cristiana e proprio in quel momento quando le truppe cristiane erano ormai allo stremo, Nicasio si rifiutò di rinnegare Cristo così come il gran maestro Ruggero De Moulins e vennero decapitati in “odium fidei”. 
Il culto a San Nicasio cominciò subito fin dai primi anni e fu – come scrive il sacerdote Don Francesco Nicasio Cassata: “un Crociato che testimoniò la propria fede con il martirio, dando così l’esempio di come vivere nello spirito delle beatitudini evangeliche, che egli si era impegnato a realizzare, vestendo l’abito dei Cavalieri Gerosolimitani (la croce ottagonale bianca, segno delle otto beatitudini), in quanto seppe abbandonare gli agi della sua casa per diventare povero nel nome del Signore, accettando le afflizioni di un lungo viaggio in Terra Santa, per servire Cristo negli ammalati e nei pellegrini con la mitezza di chi, affamato e assetato della giustizia, desiderava ridare ai cristiani la gioia di poter venerare i luoghi in cui era vissuto il Salvatore, e ciò come frutto della misericordia verso il prossimo, cioè dell’amore che fu la sua forza nella persecuzione, affrontata per portare la pace laddove questa veniva negata ai cristiani”
Oggi il culto di San Nicasio è fortemente sentito a Caccamo dove venne introdotto dalla famiglia Cabrera e pian piano raggiunse grande importanza specie dopo il miracolo della liberazione della città dalla peste avvento nel 1575 e il 5 agosto 1604 venne ufficialmente costituita una confraternita in suo onore. Infine il 31 maggio 1625, con atto ufficiale presso il notaio Pietro Ciuffo, il Sindaco ed i Giurati di Caccamo elessero San Nicasio Martire Primario e Principale Patrono e Protettore della Città di Caccamo, con voto perpetuo di celebrarne ogni anno la festa, a spese comunali, nell’ultima domenica d’agosto e lunedì successivo ( giorno anniversario della traslazione della reliquia).

Preghiera a San Nicasio 
O Glorioso Martire e nostro Patrono e Protettore Santo Nicasio, dal Cielo dove godi l’eterna visione di Dio, volgi il tuo sguardo pietoso verso questo popolo, verso questa tua Città di Caccamo e intercedi per noi.
Per i meriti del tuo martirio ottienici da Dio la forza necessaria per testimoniare la nostra fede, difendici dai pericoli dell’anima e del corpo, sostienici nelle malattie, assistici nelle necessità, consolaci nelle amarezze della vita e soccorrici nell’ora della nostra morte.
O Glorioso Santo Nicasio, prega per noi affinché, sperimentando sempre i frutti del tuo patrocinio, possiamo camminare con entusiasmo incontro a Cristo Vita e Salvezza nostra.
Amen.

Giovanni Azzara