Scuola, abilitazione in Romania: in Sicilia docenti reinseriti in graduatoria e assunti

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L’Usr Sicilia assume i docenti abilitati in Romania. Arrivano i docenti per la riapertura delle scuole grazie a una sentenza che confermata l’illegittimità del decreto di rigetto dell’istanza di riconoscimento e la conseguente espulsione dalle graduatorie del concorso di cui al Ddg 85/2018.

“I docenti – dichiarano i legali dello studio Leone-Fell, prima law firm in Italia per numero di ricorsi – sono in possesso di valida abilitazione e vanno assunti al pari degli altri”.
L’emergenza Coronavirus ha mostrato il nervo scoperto della carenza di docenti nelle strutture scolastiche del Sistema scolastico nazionale. Nella permanente incertezza sulle modalità di apertura e funzionamento delle scuole nell’anno scolastico di prossima apertura, persiste l’annoso problema delle classi pollaio da un lato e delle cattedre vacanti dall’altro.
Il ministero dell’Istruzione avrebbe dovuto assumere circa 80mila docenti per l’inizio dell’anno scolastico 2020/2021 a seguito dei concorsi pubblicati con i Decreti del 28 aprile, che tuttavia non si sono ancora svolti.  
Tale deficit dipende anche dalle numerose e ripetute illegittimità che il Ministero ha compiuto nelle precedenti tornate concorsuali, come ad esempio i docenti abilitati in Romania ed in attesa di riconoscimento del titolo che hanno partecipato al concorso di cui al Ddg 85/2018 e che, pur risultando vincitori di concorso, non sono stati assunti a causa del rigetto espresso con la nota 5636/2019, dal quale è derivata la successiva espunzione dalle graduatorie di merito del concorso.
Tale deficit sta per essere parzialmente colmato, grazie all’assunzione dei docenti espunti dalle graduatorie di merito del concorso di cui al  Ddg 95/2018 operata dalla maggior parte degli Uffici Scolastici Regionali italiani.
Tale scelta si pone a conferma di quanto denunciato sin da subito dallo studio legale Leone-Fell che ha patrocinato e vinto i ricorsi collettivi ed individuali relativi al riconoscimento del titolo di abilitazione conseguito in Romania, denunciando l’errata apposizione del rigetto sulle istanze di riconoscimento da parte del ministero dell’Istruzione (allora ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca). Secondo i legali, infatti, “il Ministero avrebbe errato nel non considerare equipollente il titolo di abilitazione all’insegnamento conseguito in Romania e i titoli di abilitazione italiani, così impedendo di fatto a migliaia di docenti – nel frattempo diventati vincitori di concorso – di conseguire la tanto agognata assunzione in ruolo”.
Secondo i giudici del Tar e del Consiglio di Stato, “l’argomento posto a base del contestato diniego si pone in contrasto con i principi e le norme di origine sovranazionale, i quali impongono di riconoscere in modo automatico i titoli di formazione rilasciati in un altro Stato membro al termine di formazioni in parte concomitanti, a condizione che la durata complessiva, il livello e la qualità delle formazioni a tempo parziale non siano inferiori a quelli delle formazioni continue a tempo pieno” (cfr. ad es. Cge n. 675 del 2018); pertanto, una volta acquisita la documentazione che attesta il possesso del certificato conseguito in Romania, non può negarsi il riconoscimento dell’operatività in Italia, altro paese Ue, per il mancato riconoscimento del titolo di studio – laurea – conseguito in Italia; […] in tale ottica, le norme della direttiva 2005/36/CE , relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali, devono essere interpretate nel senso che impongono ad uno Stato membro di riconoscere in modo automatico i titoli di formazione previsti da tale direttiva e rilasciati in un altro Stato membro al termine di formazioni in parte concomitanti, a condizione che “la durata complessiva, il livello e la qualità delle formazioni a tempo parziale non siano inferiori a quelli delle formazioni continue a tempo pieno”.
A seguito dei copiosi pronunciamenti del Consiglio di Stato, anche il Tar Lazio ha cambiato indirizzo, emettendo le prime sentenze di accoglimento.
“I recenti accoglimenti non fanno altro che confermare quanto da noi denunciato in ogni sede negli ultimi anni – dichiarano Francesco Leone, Simona Fell e Tiziana De Pasquale dello studio legale Leone-Fell. La cattiva gestione del personale scolastico, sin dalle fasi concorsuali e di assunzioni è purtroppo un problema atavico del sistema italiano, che l’emergenza Coronavirus ha purtroppo messo in drammatica evidenza. È assurdo che, con migliaia di cattedre vacanti, il Ministero abbia per anni bloccato l’assunzione di docenti vincitori di concorso a causa dell’illegittimo mancato riconoscimento del titolo di accesso al concorso: l’abilitazione conseguita in Romania. Solo adesso, a seguito dell’indirizzo ormai univocamente intrapreso dalla Giustizia Amministrativa gli USR – prima fra tutte l’USR Sicilia – stanno procedendo con le assunzioni in ruolo di questi docenti. Proprio ieri, infatti, proprio l’USR Sicilia ha pubblicato l’elenco dei docenti e dei posti da assegnare per le immissioni in ruolo, inserendovi anche i docenti abilitati in Romania che nel frattempo hanno ottenuto provvedimenti giurisdizionali cautelari o di merito. Tante altri USR, tuttavia (quale USR Lazio, USR Lombardia e USR Puglia, hanno deciso di non procedere alle assunzioni e di continuare a lasciare i docenti inseriti o reinseriti nelle graduatorie di merito di propria competenza nel limbo di una dannosa incertezza”
“Rinnoviamo l’invito al Ministero  – concludono i legali dello studio Leone-Fell – e mettiamo a disposizione la nostra esperienza pluriennale, la nostra competenza e professionalità per impugnare i provvedimenti che escludono ancora una volta i docenti dalle assunzioni per garantire loro il diritto all’assunzione e a tutti gli studenti il diritto ad un’istruzione di qualità”.