Contratto di Costa Tirreno. Legambiente presenta ricorso al Presidente della Regione: “le contraddizioni stanno sovvertendo uno strumento essenziale”

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Che fine ha fatto il Contratto di Costa? Stipulato il 3 maggio 2018, tra il Presidente della Regione Siciliana ed i Sindaci di 14 comuni della costa tirrenica, con la finalità di ricondurre ad una visione unitaria gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico legati all’erosione costiera, rischia ora di diventare carta straccia.

Ad affermarlo è Legambiente che scrive: “i sacrosanti obiettivi fissati da questo strumento di pianificazione degli interventi, innovativo e coerente con i principi della buona amministrazione, se non addirittura sovvertiti, sono oggetto di un’attuazione  incoerente e spregiudicata”.
L’Associazione ambientalista ritiene che a distanza di oltre due anni dalla sua stipula e nell’attesa dell’assegnazione della progettazione esecutiva, l’Ufficio del soggetto attuatore degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico, ha promosso interventi in aperto contrasto con gli obiettivi del contratto:
Legambiente ne elenca due. Il primo è un progetto dei “Primi interventi di manutenzione e ripristino dei litorali e delle opere di protezione costiera”, approvato in Conferenza dei Servizi e messo in gara, che sortirà il risultato paradossale di sottrarre volumi di sabbia alle spiagge in erosione, anziché incrementarli. Il tutto in conseguenza di un appalto che avrà come voce prevalente il trasporto e conferimento in discarica dei materiali prelevati dal litorale (2.812.218 euro su 4.946.543 euro,  cioè circa il 56,85% dell’intero importo a base d’asta). Nel secondo caso ha indetto una gara per la progettazione esecutiva di interventi di difesa del litorale di Capo d’Orlando, lo stesso già interessato dal bando per l’affidamento dei medesimi servizi all’interno del lotto 2 del Contratto di Costa: dunque, due progettazioni esecutive sullo stesso litorale, che sono lanciati a sostenere contemporaneamente una tesi (ponderata visione complessiva e generale) ed il suo contrario (impellenti interventi locali avulsi dal riferimento generale). 
Legambiente ha presentato un ricorso al Presidente della Regione, in qualità di Commissario di Governo contro il Dissesto Idrogeologico ed all’Ufficio del Soggetto Attuatore,  chiedendo la  revoca in autotutela dei bandi di gara. Ed ancora,  nelle sue articolazioni nazionale, regionale e territoriale, ha predisposto un dossier indirizzato al Ministero dell’Ambiente ed alla Corte dei Conti presso la Regione Siciliana.
“Quanto emerge dal dossier – dichiara Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia – segnala una pericolosa involuzione della strategia convenuta con il Contratto di Costa, il mancato rispetto degli impegni pubblicamente assunti dal Presidente della Regione e l’oggettiva affermazione di quegli interessi che orientano il settore verso la realizzazione di interventi obsoleti, giustificati da emergenze talvolta procurate da inerzia o interventi dannosi.”