Riapre il Comune di Termini Imerese, ma non viene aggiornato il Documento valutazione rischi a tutela di cittadini e lavoratori. E la Uil scrive al Commissario

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La Uil F.P.L. è venuta a conoscenza, via web, che il dirigente del 1° settore del Comune di Termini Imerese ha comunicato alla cittadinanza che da lunedì 8 giugno, nel rispetto dei protocolli di sicurezza, è possibile procedere al ricevimento al pubblico.

E ha scritto una lettera al Commissario straordinario a firma del Segretario Provinciale Salvatore Sampino.
“Vogliamo ricordare – esordisce il sindacato – che, come in tutti comuni d’Italia, in tutte le Regioni, esistono le OO.SS.  Usiamo il verbo “ricordare” poiché, dal 9 marzo ad oggi, la scrivente O.S si sarebbe aspettata un coinvolgimento con l’obiettivo di trovare insieme soluzioni organizzative per la sicurezza dei lavoratori, in linea con le indicazioni fornite sia dal Ministro per la Pubblica Amministrazione che da tutti gli enti preposti.
E’ doveroso ricordare, difatti, che – in conformità al Protocollo d’intesa PA – CGIL, CISL, UIL del 3 aprile 2020 in considerazione allo stato di emergenza – era obbligo di tutte le amministrazioni promuovere modalità di comunicazione e confronto con le rappresentanze sindacali, così come previsto dall’art. 7, comma 6, lettera k del vigente CCNL, rimanendo precluso ogni provvedimento scaturente da decisioni di carattere unilaterale, ed al fine di condividere informazioni ed azioni volte a contemperare la necessità di tutela del personale e dell’utenza, con quella di garantire l’erogazione di servizi pubblici essenziali e indifferibili”.
Ma la lettera non si ferma qui. “E’, altrettanto doveroso – scrive la Uil – da parte nostra ricordare che la prima azione necessaria e certamente preventiva alla riapertura al pubblico, di qualunque servizio, è sì la revisione del DVR (Documento di valutazione dei rischi), da parte dell’Ente, in relazione allo specifico rischio biologico derivante dal Covid-19, ma, anche, che l’INAIL ritiene altrettanto imprescindibile il coinvolgimento di tutte le figure di prevenzione aziendale quali medico competente, RSPP ed RLS (RLST), che devono coadiuvare il datore di lavoro in un monitoraggio delle misure da intraprendere (ad oggi non ci risulta né la revisione di tale strumento né la diffusione dello stesso). Ad oggi, si ha notizia solo di una videoconferenza, tenutasi qualche giorno addietro tra le sopra menzionate figure, non certamente sufficiente a delimitare i campi di intervento.
In particolare, nel rispetto della normativa vigente, il protocollo cui sopra si fa riferimento dovrebbe prevedere il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali per:  1. La rimodulazione dell’organizzazione del lavoro e degli uffici in presenza Covid, con piani di turnazione o rotazione dei dipendenti, stabilendo orari di ingresso e uscita.  2. La dotazione rigorosa dei dispositivi di protezione individuali al personale (ci risulta che sono stati distribuiti, fino ad oggi, a semplice richiesta, dal dirigente della Protezione civile), per adempiere alle proprie attività lavorative, previsti dalla normativa e secondo le disposizioni delle competenti autorità in relazione alla specificità dei comparti e delle attività stesse, e che, nell’ambito della autonomia organizzativa, con l’implementazione delle azioni di sicurezza, anche di misura analoga a quelle riportate dal Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro. Assicurare la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di attesa, oltre alla pulizia giornaliera e sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di attesa dell’utenza; e tanti altri obblighi che i decreti in materia prevedono e che, almeno per il momento, evitiamo di riportare.
Altresì, si ritiene importante ribadire le disposizioni previste dall’INAIL all’interno del “Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio d a S A R S – CO V – 2 n ei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione” che il Ministero della Funzione Pubblica nella Direttiva n. 3/2020 indica come base per un protocollo che contenga misure organizzative, di prevenzione e protezione adeguate al rischio di esposizione a SARS-COV-2., prima di ogni ripresa dell’attività”.
Il documento poi richiama il dovere della sorveglianza sanitaria. “E’ doveroso richiamare la figura del medico competente – scrive sempre il sindacato – il quale deve svolgere un ruolo fondamentale sia nell’informazione dei lavoratori che del rispetto all’utilizzo dei DPI forniti. All’applicazione, anche secondo la Circolare n. 14915 del 29/04/2020 del Ministero della Sanità, della sorveglianza sanitaria eccezionale, al fine di verificare, nei lavoratori sopra i 55 anni o con pregresse patologie, la loro abilità al rientro al lavoro adottando, anche, adeguate misure organizzative per la loro tutela.
Così come è doveroso richiamare il rispetto delle distanze previste, effettuando una preliminare verifica dei locali alla presenza dell’RSPP, per evitare il sovraffollamento degli uffici e la presenza contemporanea di tutti i dipendenti, definendo un protocollo per l’ingresso dell’utenza. Quali tra le figure, sopra ricordate, hanno provveduto ad effettuare con le modalità dovute per legge, quanto in precedenza rilevato? Da quanto a nostra conoscenza non in maniera adeguata.
A chiusura della presente nota, si coglie l’occasione per ricordare che il Datore di Lavoro, relativamente agli adempimenti del D.Lgs. n. 81/2008, nei Comuni è il Sindaco (Oggi Commissario Straordinario), in quanto soggetto responsabile degli indirizzi che, se incompatibili con le misure di sicurezza necessarie per contenere l’epidemia ed evitare il contagio, rischia di risponderne direttamente”.
Cosi conclude il segretario provinciale della Uil. “Per quanto sopra descritto, si invita la S.V a verificare se siano state rispettate le modalità (e gli accorgimenti) citate, con l’invito, in caso contrario, di valutare seriamente la possibilità di ricorrere al protocollo previsto dall’INAIL.
Manifestiamo la piena disponibilità ad aderire prontamente ad ogni incontro inteso a trovare immediate soluzioni operative, nel pieno rispetto della normativa vigente, per la ripresa delle attività lavorative nelle formule più rispondenti alle necessità dei cittadini, inteso sia come lavoro agile che come lavoro in presenza.
Nel caso in cui dovessimo riscontrare la non applicazione delle norme previste, nostro malgrado, saremo costretti a segnalare a tutti gli organi compenti la non ottemperanza delle misure di sicurezza che ricordiamo trattasi della salute di tutti”.