Carmelo Samonà, spiccante personalità di intellettuale, narratore e saggista siciliano

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Ancora una volta un medaglione col quale tentiamo di ricordare una spiccante personalità di intellettuale, narratore e saggista siciliano, che nato nell’Isola (Palermo 1926) è poi deceduto lontano dalla città delle proprie origini (Roma, 17 marzo 1990).

Una costante che statisticamente può dimostrare come l’80 per cento del genio artistico creativo locale abbia abbandonato la Sicilia per realizzare altrove le proprie istanze di intellettuale, scrittore, poeta, studioso. Ed è una riflessione utile a stabilire da quale tipo di primati sia portatrice proprio la terra che Luigi Capuana ha quella volta definito “del fuoco e delle arance”. Orbene, nulla toglie alla realtà legata all’origine di una spiccata genialità, e ai suoi impliciti meriti il fatto che a in un certo momento della propria vita una persona abbia scelto di andare a vivere lontano dal luogo di nascita dove aveva lasciato affetti, amicizie, luoghi poi rimasti cari alla memoria. Nulla toglie anche se qualcosa di amaro resta in quanti continuano a constatare il protrarsi nel tempo di questa diaspora, che fa a gara con quella di altra categoria, quella dei lavori bracciantili, dei neolaureati che, se non proprio nella Penisola, finiscono per raggiungere centri dell’Europa o dell’America per coronare di successo professionale gli anni spesi in studi e formazione nelle Università siciliane.
Il caso di Carmelo Samonà non può essere catalogato tra quelli del bisogno economico, perché il futuro scrittore ed eccellente ispanista era nato in una famiglia di antica aristocrazia palermitana di benestanti. E probabilmente sono da valutare come caso a sé stante le sue scelte di stabilire residenza in pianta stabile a Roma, dove è stato docente di lingua, letteratura spagnola nell’Università e dove ha scritto i suoi importanti romanzi pubblicati da Einaudi e da Garzanti, successivamente qualcuno di essi ripubblicato da Mondadori.
Questa premessa per ricordare a noi stessi come proprio la lontananza dai luoghi d’origine di quasi tutti gli scrittori siciliani morti lontano dalle proprie città di origine, continui a costituire un forte elemento che contribuisce al loro oblio. Un oblio che ha come esito morale quello di una più vigile consapevolezza circa i valori che può vantare la Sicilia, specialmente a fronte di quelle risposte politiche e civili che non giungono generose verso l’Isola e i suoi abitanti. Proprio noi abbiamo operato, prima di scrivere questi rapidi appunti su Carmelo Samonà scrittore e saggista, ispanista di chiara fama internazionale, autore di importanti ricerche scientifiche, la improvvisazione di una bizzarra inchiesta presso due diversi ambienti culturali palermitani: laureandi della facoltà di Lettere e operatori culturali. Ebbene? Solo un paio di più anziani ricordavano l’autore di Fratelli, il romanzo di Samonà pubblicato da Einaudi nel 1976. Per il resto era un nome e cognome di sconosciuto e comunque sicuramente non palermitano né siciliano. Sic!
Ci sovviene della considerazione che Alessandro Manzoni fa pronunciare ai monatti al momento in cui Renzo abbandona il loro carro dove era salito per salvarsi dal linciaggio di chi lo aveva ritenuto untore. “Va là, povero untorello, non sarai tu a spiantare di peste Milano” questa più o meno la frase del monatto convinto anch’egli della “professione” dell’ignaro Renzo. Ci sovviene perché non saremo sicuramente noi con un medaglione scritto con l’intento di ricordare, per primi a noi stessi, le opere e il valore di Carmelo Samonà. Ci vuole ben altro e il ben altro dovrebbe iniziare dall’interesse delle istituzioni preposte allo studio e alla divulgazione dei valori esitati dai siciliani, specialmente di quelli come Samonà che a un certo momento della loro vita  hanno lasciato la terra d’origine  per non tornarvi più, o come il caso ancor più singolare di Antonio Pizzuto, la cui fondazione è a Roma e non nella Palermo della sua sicilianissima origine.
Venendo a Samonà narratore, citiamo di seguito alcuni pareri, prima di annotare gli elenchi delle opere saggistiche e dei romanzi. In una nota di Franco Pappalardo La Rosa c’è una chiara “diagnosi” sulla linea della narrativa di Samonà, un giudizio in poche righe che racchiude caratteristiche delle ricerche che presentano la linea costante, prima ancora del giudizio autorevole di Pampaloni sull’ultima narrativa. Osserva Pappalardo La Rosa che: nelle due opere Fratelli e Il Custode lo scrittore affronta la problematica dell’incontro-scontro tra la comunicazione razionale della normalità e il linguaggio sfuggente, simbolico e inquietante della malattia mentale e sociale. Un viaggio continuo in interiore homine.(Cfr, AA.VV. Atti del Convegno nazionale di studi, Catania 1984, ed. del Comune di Randazzo). Più esplicito Pietro Citati: “Pochi testi suscitano così sottilmente l’immagine di una vita puramente interiore: l’arida, astratta, soffice fantastica dimensione del la mente pura. (…) Cfr. in Corriere della Sera del 2 dicembre 1983.
Chiudiamo con uno stralcio di annotazione critica di Geno Pampaloni e l’elenco delle opere edite e di saggistica per i corsi universitari del Samonà ispanista e di Narrativa, queste ultime  quasi tutte ristampate a poca distanza dalla morte dell’Autore.
“(…) Il tema costante di Samonà è il linguaggio inteso come cerniera tra il reale e l’eventuale, il verificabile e l’inverificabile e, cosa ancor più importante, deposito e teca del misterioso esacrale dialogo tra l’Ordine e il Disordine. Casa Landau ha per tema il linguaggio dell’immaginario, la tessitura romanzesca dell’opera è più complessa e non manca una venatura di giallo e sta ancora una volta nell’ossessiva e dolorosa attesa del “segnale”, la sua prima ragione. La forza delle realtà la vince sull’immaginario. È questo il consuntivo pessimistico di uno scrittore e di un uomo, che ha pur lottato con disperata energia contro il pessimismo. (Cfr. in L’indice n.9 del 1990).
Saggistica: Profilo di storia della letteratura spagnola, Veschi, Roma, 1960; Calderon nella critica italiana, Feltrinelli, Milano 1960; Studi sul romanzo sentimentale e cortese nella letteratura spagnola del Quattrocento, vol. I, Carucci editore, Università di Roma, Roma, 1960; La letteratura spagnola dal Cid ai Re cattolici, in collaborazione con Alberto Varvaro, Sansoni-Accademia, Firenze-Milano, 1972; Della letteratura spagnola degli Secoli d’Oro, in collaborazione con Guido Mancini, Francesco Guazzelli, Alessandro Martinengo, Sansoni-Accademia, Firenze-Milano, 1973; Ippogrifo violento (Studi su Calderòn, Lope e Tirso), prefazione di Mario Socrate, Garzanti, Milano, 1990.  Narrativa –  ( in prima edizione e le stesse in stampa dopo la morte dell’Autore): Fratelli, Einaudi, Torino 1978; Garzanti, Milano 1991; UTET, Torino 2006, con prefazione di Domenico Starnone; Il custode, Einaudi, Torino 1983; Garzanti, Milano 1993; Casa Landau, con nota editoriale di Francesco Orlando, Garzanti, Milano 1990; Fratelli e tutta l’opera narrativa, a cura di Francesco Orlando, Mondadori, Milano 2002 [contiene Fratelli, Il custode,Casa Landau, la novella L’esitazione, il testo teatrale Ultimo seminario e le prose di Cinque sogni]; Fratelli, con un saggio di Francesco Orlando, Sellerio, Palermo 2008
Mario Grasso