Termini Imerese. Giuseppe Patiri, da geniale autodidatta a protagonista della eccellente tradizione di storici, archelogi, numismatici

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Giuseppe Patiri (Termini Imerese 1846 – 1917) rappresenta uno di quegli innumerevoli esempi di siciliani la cui genialità innata spicca non solamente nell’ambito della paleontologia e della ricerca storica,

ma anche per creatività artistica feconda in diverse discipline, spiccatamente nell’operosità culturale tendente a innovare o a potenziare. Lo confermano i momenti che si ricavano dalla sua biografia, a cominciare dal particolare della scelta di formarsi da autodidatta affidandosi alla costanza della propria tenacia improntata alla curiosità per il sapere e alla esatta scelta dei maestri da frequentare nella sua stessa città.
Si deve dire come alla base di questo discorso stanno due elementi: il primo l’agiatezza della famiglia d’origine che poteva permettergli di uscire per indottrinarsi, diplomarsi, laurearsi, vie che il Patiri non scelse, avendo consapevolezza sia della fermezza e coerenza della propria indole, sia la convinzione che la città di Termini Imerese, di là dalle scuole di primo grado, rappresentava negli anni della sua giovinezza un centro che non sarà esagerato definire traboccante di Maestri un po’ in tutti i settori dello scibile. E questo per ribadire, escludendo intenti polemici di qualsiasi ordine, come la civiltà siciliana vanti da sempre titoli di prim’ordine a confronto con altre regioni non solamente nazionali.
L’occasione di questa puntualizzazione ci induce a ricordare a noi stessi l’esistenza a Palermo di un Parlamento siciliano quando in altre regioni non esistevano istituzioni di tale portata civile, politica e sotto certi aspetti anche democratica, se si osserva la esistenza della istituzione in sé indipendentemente dal particolare epocale che essa era retaggio di un ceto economicamente privilegiato. E questo stesso concetto riferito alla “classe patrizia” del tempo ci dimostra inoppugnabilmente come da tale “classe” venisse alimentata sino alla sua primazia la cultura per le belle arti, per la letteratura nonché per la storia e la paleontologia. Queste due ultime discipline furono particolarmente care al Patiri che si mosse sui modelli di antenati concittadini e maestri contemporanei da lui prescelti come il Ciofalo.
Insomma non era difficile in quegli anni a Termini Imerese, acquisire una formazione persino intellettuale da autodidatta per quanti avessero tempo da impiegare in quanto fruitori di patrimonio di famiglia e in quanto, soprattutto, dotati da volontà e ingegno, come per il caso eccellente del Patiri che già nel 1871 esordiva con una raccolta di satire. Un significativo esempio della maturità di spirito di osservazione e di conoscenza dei classici della letteratura non solo italiana. Ed ecco il “Dimmi con chi pratichi e ti dirò chi sei”. La Termini Imerese dei geniali archeologi che indagano nel contado e nell’intero territorio, diventano per Giuseppe Patiri un modello da imitare non solo per l’orgoglio di intraprendere un settore tutto da scoprire e dispensatore di segreti sulla storia pregressa della propria città. C’è inoltre tutta una attenzione da porre quando si cerca di approssimarsi a personaggi come quello di Giuseppe Patiri: la ricerca del confronto. Questa ansia la coltivano solo quelli che lungi dal mirare alle gratificazioni e  agli applausi dentro la solita cinta daziaria, come veniva una volta definita l’area di competenza comunale per le imposte del “dazio”, puntano a uscire dal proprio territorio o con viaggi o con corrispondenze.
Quella volta non c’erano i mezzi di cui disponiamo adesso grazie a internet, c’erano le poste ordinarie che a giudicare da certe esperienze odierne funzionavano con una velocità sorprendente. Ed ecco il Patiri mantenere frequentazioni epistolari con pensatori, letterati e paleonteologi del suo tempo. Spiccano i nomi eccelsi di Alessandro Dumas padre, e di Alessandro Manzoni tra le più alte autorità epocali in materia di romanzo storico, con i quali il Patiri intrattenne corrispondenza, nei suoi momenti di dedicarsi alla narrativa e alla letteratura. Inoltre una gratificazione a sfondo scientifico internazionale  fu quella di ricevere il conforto  dello scienziato tedesco professor George August Schweinfurth, celebre paleontologo e etnologo tedesco, con il quale il Patiri era in corrispondenza. L’eminente studioso tedesco intervenne in merito alla denominazione e classificazione di reperti archeologici portati alla luce. Lo scienziato tedesco, contestando i pareri contrari che sulla tesi del Patiri sugli “Animali a bocca aperta” erano stai espressi in Sicilia e in Italia, motivò la propria approvazione e solidarietà scientifica con il suo corrispondente termitano.      Erano quelli gli anni delle ricerche del Pitré di cui il geniale termitano fu prezioso informatore e corrispondente, specialmente su uno degli aspetti folkloristico-culturali di Termini Imerese, quelli del carnevale.
Ed è su questo filone che l’interesse dei biografi del paleontologo-poeta-narratore e storico, insistono. Forse perché la presenza del carnevale come festa locale ha da sempre assunto un suo aspetto di primato in Sicilia, sia perché andare a commentare le geniali e originali intuizioni del paleontologo non è sempre facile argomento per tutti. D’altra parte Patiri ha lasciato ricordi importanti con i suoi suggerimenti e le innovazioni che ha suggerito per il carnevale locale, facendone argomento di proprie ricerche e pubblicazioni. Ed è con l’elenco di queste ultime che congediamo questo medaglione sul geniale siciliano di Termini Imerese, ennesima dimostrazione di quella realtà culturale spesso celata ma autentica e irrinunciabile che emerge dalla Sicilia delle genialità e degli studi con le sue primazie storiche di sempre.
Queste le opere di Giuseppe Patiri di cui si ha conoscenza e anche disponibilità presso le benemerite istituzioni locali, comunali e private:
Saggio di Poesie Satiriche di Giuseppe Patiri – Tipografia di P. Amore e A. Giuffrè, via del Monte, Termini Imerese, 1871; Pieruccio Gioeni, racconto storico, storia siciliana del XVI sec. – Palermo Luigi Pedone LauriePalermo 1873; Poche Satire di Giuseppe Patiri, Seconda Edizione Riveduta, Stab. Tipog. Lao via Celso 34, Palermo 1876; Majone, racconto storico – Tipografia dello Statuto, Palermo, 1880; Termini Imerese antica e moderna, Tipografia Marsala, Palermo, 1889; Il nuovo stabilimento termale in Termini Imerese 1894, Palermo, Tipografia Giannone e Lamantia, 1894; Perla di Nozze, Stabilimento Tipografico Virzì, Palermo 1895; Un prete di montagna – romanzo di genere intimo (postumo)1899; L’Emblema delle Thermae nella Monetazione Imerese, Palermo, Stabilimento tipografico Lo Casto, 1901; L’uomo dell’Età della Pietra in Termini Imerese, Palermo, Stabilimento Tipografico Lo Casto 1902; L’uomo nell’Età della pietra in Termini Imerese (nuove scoperte), Antologia Siciliana (Riparo del Castello); L’Arte Primitiva e la Selce Figurata ecc. dell’Officina Termitana, Palermo, Editore A. Reber, 1903; Il Tempio d’Imera: sua originesua importanza nella storia, nell’arte, nell’archeologia, Termini Imerese: Tipografia Fratelli Amore Editori, 1905; Le mura e le costruzioni ciclopiche della contrada Cortevecchia in Termini Imerese, Archivio per l’Antropologia e l’Etnologia, Vol.XXXVIII, fasc. I pp 17–23, (Mura Pregne, Grotta del Drago); Gioielli preistorici dell’età paleolitica in Termini Imerese, Palermo, (Riparo del Castello), 1909; Le corna emblematiche in uso sin dall’età paleolitica, Archivio per l’Antropologia e l’Etnologia, Roma, Vol. XXXIX, fasc. 3-4, 1909, pp. 230–243, (Riparo del Castello); L’arte minuscola paleolitica dell’officine termitana nella Grotta del Castello in Termini Imerese, Tipografia Amore, Termini Imerese, (Riparo del Castello), 1910; Le grotte Geraci e Marfisi e le note nuove che rivelano nel loro materiale preistorico, Tipografia Giannotta, da Archivio Storico per la Sicilia Orientale X, fasc. I-II Catania, 1912, pp. 381–389;  Ancora sul materiale archeologico della Grotta Geraci, Rivista Sicania, Anno I, n.6, Tipografia Popolare, Acireale, 1913; Tombe preistoriche in Termini Imerese, Tipografia Popolare, Acireale, (Silos del Cozzo Rina, Dolmen di Mura Pregne), 1913; Un’antica necropoli scoperta in Termini Imerese nel Piano di Sant’Antonio, Libreria -Raggio di Sole-, Termini Imerese, 1914; Figure animali a bocca aperta d’Età Paleolitica, scoperte nella grotta del castello in Termini Imerese”, Noto, Tipografia Zammit, 1915; L’arte schematica paleolitica dell’Officina del Castello di Termini Imerese e i costumi primitivi che potrebbe svelarci. (Estratto dalla rivista “Sicania”. An. III, N. 2. Tipografia Popolare, Acireale 1915; Scavi archeologici condotti dal Prof. Ettore Gabrici in Termini Imerese, Acireale, Tipografia Popolare, 1917.
Mario Grasso