Cefalù, il Vescovo Marciante ai Sindaci madoniti: “le nostre comunità rischiano di trasformarsi in silenziosi cimiteri nei quali si ritorna solo per trovare i defunti”

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Natura, cultura, tecnologia: sono le tre parole della “speranza” che mons. Giuseppe Marciante, Vescovo di Cefalù, ha voluto consegnare ai Sindaci madoniti, riuniti lo scorso 19 ottobre in Curia su sua iniziativa.

Nessuna teoria ma tanto pragmatismo nel discorso del Vescovo, che ha esortato i presenti ad attuare urgentemente una seria strategia di sviluppo del territorio che faccia leva sulla valorizzazione del patrimonio naturalistico e culturale locale, sulle nuove tecnologie e sul “capitale umano” madonita, per porre fino “al gelido inverno che viviamo” e risollevare così le sorti del nostro comprensorio. È necessario fare presto, superando campanilismi e individualismi e seguendo, anche a livello civile, quello stile sinodale e solidale che il Vescovo sta attuando nella vita ecclesiale della Diocesi. Nessuna “invasione di campo” da parte di Marciante ma solo amore pastorale e sollecitudine sincera per un territorio che il Vescovo ha già girato in lungo e in largo, constatando personalmente le numerose emergenze che sono sotto gli occhi di tutti e da cui il Vescovo invita a non distogliere lo sguardo. Bisogna prendere coscienza delle difficoltà, evitare la tendenza alla “delega”, alla “rassegnazione” e alla “mormorazione”, e aprirsi a un rinnovato stile di operare che, lungi “dal timore servile verso il potente di turno”, sappia ridare autenticamente speranza alla gente, soprattutto alle giovani generazioni, le più segnate dalla crisi socio-economica che attanaglia le Madonie. Il Vescovo si è detto pronto a fare la propria parte: la Diocesi e le Parrocchie metteranno a disposizione i propri patrimoni e i propri beni per far sì che ogni occasione di sviluppo non vada persa ma vada adeguatamente sfruttata. È desiderio di Marciante che si crei una scuola per giovani imprenditori e un “laboratorio della speranza”, un luogo in cui attori istituzionali e giovani s’incontrino per elaborare progetti “nobili, puliti, onesti”, volti a far sì che si rimanga sul territorio madonita, che non lo si abbandoni e che si creino i presupposti corretti per una rivitalizzante crescita dello stesso. Proprio in queste settimane sono stati diffusi i dati allarmanti riguardanti la massiccia emigrazione e l’inesorabile spopolamento del territorio madonita: le parole del Vescovo colgono apertamente e drammaticamente nel segno e accendono un barlume di speranza nei tanti giovani madoniti che non vogliono lasciare questa terra in balia di consolidate consorterie di potere ma vogliono riappropriarsi degli spazi di discussione e di confronto nei quali elaborare idee e programmi, concepire percorsi e metodi, creare una strategia complessiva di sviluppo delle aree interne veramente efficace e condivisa e che tenga conto delle reali priorità ed esigenze. L’avvertimento dato dal Vescovo ai Sindaci è chiaro: “i nostri paesi sprofondano” e le nostre comunità rischiano di trasformarsi in “silenziosi cimiteri” nei quali si ritorna “solo per trovare i defunti”. Per evitare che sia così, Sindaci e classe dirigente dovranno necessariamente sollevarsi dal torpore ormai cronico e generalizzato e dare una sincera mano d’aiuto ai tanti che vogliono spendere le migliori energie in questa terra. “La cifra della lentezza”, che il Vescovo ha constatato essere dovunque presente sulle Madonie, deve lasciare spazio a una “primavera dello spirito”. La Chiesa Cefaludense, per bocca del Suo Pastore, non si rassegna ed è pronta a sostenere chi non si rassegna, per superare insieme il “pungente e arrugginito filo spinato del ritardo”: una missione che sa di futuro, di speranza e di vita.
Antonio Anatra