Operazione Voto Connection. L’onorevole Salvino Caputo agli arresti domiciliari

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L’ordinanza del tribunale di Termini Imerese nei confronti di tre persone per presunta compravendita di voti in cambio di posti di lavoro.

Alle prime ore del mattino, i Carabinieri del Provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Termini Imerese su proposta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di: Salvino Caputo, avvocato monrealese, già membro dell’Assemblea Regionale Siciliana durante la XVI Legislatura e commissario straordinario per i comuni della provincia di Palermo del movimento “Noi con Salvini” durante le elezioni amministrative tenutesi la scorsa primavera, Mario Caputo, avvocato monrealese, candidato non eletto durante le ultime elezioni dell’ARS nelle liste del movimento “Noi con Salvini” e Benito Vercio, 62enne, “procacciatore di voti” termitano.
Nel corso delle indagini, la Procura della Repubblica avrebbe, inoltre, dimostrato dodici episodi di compravendita di voti in cambio di promesse di posti di lavoro o altre utilità posti in essere da due degli arrestati in correità con ulteriori indagati.
Sono oltre 20 gli indagati nell’inchiesta che ha portato stamattina all’ordinanza per i fratelli Caputo e Vercio.
I nomi sono stati presentati durante la conferenza stampa presso la Procura di Termini Imerese di stamattina.
Nel registro degli indagati tra gli altri Alessandro, Pagano coordinatore della Sicilia occidentale per la Lega, l’assessore comunale di Termini Imerese alla Pubblica istruzione Loredana Bellavia, il consigliere comunale di Termini Imerese Michele Galioto e Agostino Rio, il dipendente della biblioteca comunale arrestato negli scorsi mesi con l’accusa di assenteismo. Per Pagano la Procura ha chiesto l’autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni che lo riguardano.
“Sono deluso e amareggiato, la magistratura faccia il suo lavoro, ma sono errori di cui far tesoro per non ripeterli in futuro – ha commentato Giancarlo Giorgetti, capogruppo della Lega alla Camera – se ci sono delle colpe si condanni pesantemente, ma non credo che in Sicilia siano gli unici sospettati per questo reato”.