Tre nigeriane gestivano casa di appuntamento dove si prostituivano ragazze africane. Arrestate dalla Polizia

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Le indagini svolte dalla Squadra Mobile hanno consentito di giungere all’arresto delle tre donne grazie ad una scrupolosa attività investigativa che si innesta in una crescente attenzione verso la criminalità straniera.

La Polizia di Stato ha eseguito la misura cautelare disposta dal G.I.P. del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di tre cittadine nigeriane Nwoko Bridget, detta “Nancy”, classe ’82, Alfred Victoria, detta “Jessica”, classe ‘95, Joseph Mabel, classe ‘79., a carico delle quali sono emersi gravi indizi in ordine ai reati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, poiché ritenute responsabili, con diversi ruoli, di una casa di appuntamenti ubicata nel quartiere Ballarò di Palermo, zona connotata da una massiccia presenza di persone di origine africana. E’ così emerso che i clienti erano soprattutto cittadini stranieri e le ragazze vittime dello sfruttamento erano prevalentemente provenienti dalla Nigeria o da altre nazioni del continente africano.
Vi erano poi legami anche con alcuni esponenti della criminalità organizzata nigeriana dedita al reclutamento, all’introduzione clandestina e, quindi, allo sfruttamento di giovani donne. Gli odierni destinatari della misura cautelare erano vicini a membri del gruppo cultista denominato “Black Axe”, già sottoposti a fermo nell’ambito dell’omonima operazione, per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso.
Indagando sullo sfruttamento gli investigatori ne hanno evidenziato l’aspetto violento e prevaricatore, scoprendo come le donne erano costrette a prostituirsi a suon di minacce e intimidazioni. Le ragazze rimanevano “imprigionate” nelle case di prostituzione perché subivano i ricatti delle “maman”, che non si facevano scrupoli a lucrare sulle sofferenze delle giovani donne, sottomesse al giogo dell’intimidazione e avviate alla prostituzione, così  pagando il prezzo del loro arrivo clandestino in Italia. Gli arrestati infatti, prima si adoperavano perché le ragazze raggiungessero le nostre coste attraverso viaggi estenuanti e pericolosi, poi le tenevano legate al ricatto quotidiano, al solo scopo di speculare sull’unica attività che le prospettavano possibile: prostituirsi.  Dopo gli adempimenti di rito Nwoko Bridget, detta “Nancy” e Alfred Victoria, detta “Jessica” sono state condotte alla locale Casa Circondariale, Joseph Mabel, invece, agli arresti domiciliari.