E’ morto il boss Totò Riina

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Si credeva potente, quasi immortale. Ma alla fine anche lui ha dovuto rendere l’anima, se l’aveva.

Ad 87 anni ed in carcere, ristretto da 24 anni sotto il regime duro del 41 bis, è morto stanotte Totò Riina, il sanguinario boss di Cosa nostra. Il suo cuore ha cessato di battere alle 3,37 nel reparto detenuti del carcere di Parma, dove era ricoverato dopo due interventi chirurgici e cinque giorni di coma. Con lui se ne vanno gli ultimi misteri del padrino di Corleone, perché Riina non s’è mai pentito, non ha mai chiesto scusa, non ha mai domandato perdono alle sue numerose vittime ed allo Stato (si vantava della morte di Giovanni Falcone, dicendo: “Gli ho fatto fare la fine del tonno”), perché fino all’ultimo suo secondo di vita è rimasto il boss incontrastato della mafia siciliana, anche se ormai rinchiuso per sempre in carcere, sotto il peso di 26 ergastoli, a cui la magistratura italiana l’aveva condannato per le sue numerose “prodezze”. “Sono diventato una cosa immensa, sono diventato un re”, diceva ad un suo compagno di cella. Da tempo malato, lo scorso mese di luglio i suoi legali avevano chiesto al tribunale di sorveglianza di Bologna di differire la pena o di sostituirla con gli arresti domiciliari, proprio per le gravi condizioni di salute, in modo da passare gli ultimi suoi giorni in famiglia, ma i giudici avevano respinto l’istanza, anche perché Riina è sempre rimasto il boss mafioso di sempre e poi era già recluso in una stanza-cella in carcere, tenuto sotto controllo da uno staff di medici ed infermieri. Adesso che se ne è andato via per sempre da questa terra, rimangono tanti segreti che egli non ha voluto svelare, nonché un’ultima beffa compiuta però da tutta la famiglia Riina. Secondo i suoi familiari, nei conti del boss ci sono solo pochi euro, perché don Totò faceva “tanto bene” ed i pochi soldi che aveva sono finiti tutti in mano agli avvocati per pagare la sua difesa di fronte alle accuse “infamanti” dello Stato, che lo “considerava” un boss mafioso, quando era solo un “povero allevatore e contadino”. Sicuramente i suoi familiari erano riuscita a fare perdere le tracce del denaro, che doveva essere davvero cospicuo, e che si trova nascosto al sicuro chissà dove, sicuramente all’estero, per non pagare nulla all’Erario.

1 COMMENT

  1. Il ricordo va sicuramente a tutte le vittime della mafia per non dimenticarle e per continuare la lotta contro un fenomeno ripugnante che sicuramente verrà debellato, a testa alta.
    maria rosaria sinatra

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