“Mafia Capitale” non è mafia. Lo ha deciso il tribunale di Roma

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Il tribunale di Roma ha deciso.

“Mafia Capitale” non è mafia, ma semplice associazione per delinquere. Ieri nell’aula bunker del carcere di Rebibbia a Roma la presidente del collegio giudicante ha letto la sentenza di condanna per 46 imputati del cosiddetto processo per l’inchiesta per “Mafia Capitale”, iniziato nel 2014. Per 19 dei 46 imputati rinviati a giudizio è caduta così l’accusa di “associazione di stampo mafioso” e la condanna è avvenuta “solo” per associazione a delinquere semplice, estorsione, turbativa d’asta e corruzione. I due imputati principali, Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, sono stati condannati rispettivamente a 20 e 19 anni di reclusione. Alla lettura della decisione gli imputati ed i loro avvocati hanno tirato un sospiro di sollievo, essendo stata scongiurata la più grave condanna per “associazione di stampo mafioso”. Si conclude così il primo grado del giudizio sull’inchiesta conosciuta come “Mafia Capitale”, che aveva portato all’arresto di decine di persone per una presunta associazione mafiosa composta da esponenti politici, pubblici funzionari, professionisti, criminalità organizzata romana, che controllavano appalti e finanziamenti pubblici con metodi mafiosi. Ma una serie di archiviazioni intervenute nel corso dell’inchiesta giudiziaria e la decisione di ieri hanno via via smontato l’accusa di associazione mafiosa, già in passato criticata da qualcuno.