Nuoto: quando la competizione è solo divertimento. Gara non competitiva nella piscina di Isnello

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Nella piscina di Isnello, gestita dalla Città Metropolitana di Palermo, l’associazione A.S.D. Kepha nuoto di Cefalù ha organizzato una manifestazione sportiva “competitiva” dove si sono confrontati 52 “atleti”.

Tutte le gare sono state valutate non nella singola prestazione atletica ma nell’insieme di un lavoro di squadra. Tutte le staffette si sono susseguite con squadre miste senza distinzione di sesso o età. Ogni squadra è stata formata tenendo conto dei tempi dei singoli partecipanti precedentemente rilevati durante le lezioni e la distribuzione degli atleti è stata così equilibrata che ad ogni singola gara gli spettatori sono rimasti col fiato sospeso per traguardi che a volte si sono distinti per centesimi di secondo. È sin qui niente di veramente eccezionale! La raccontiamo però per la straordinarietà dei vincitori e per il senso dato al valore della competizione sportiva. Tutto si è svolto in una straordinaria armonia, nessuno dei partecipanti ha vissuto la prova con ansia; sebbene vi sia stato durante la percorrenza di ogni singola vasca grande incitamento da parte dei compagni di squadra e degli spettatori, a conclusione di ogni prova vi erano solo sorrisi e reciproci scambi di battute ironiche che avevano più che altro il sapore dell’autoironia. Del resto quasi tutti gli “atleti” erano allievi del corso “nuoto a mare”, un corso che rende tutti facenti parte di un unico gruppo: far parte dell’associazione allora acquista il sapore di un modo autentico di stare insieme. Alla fine i tempi presi durante le prove sono stati del tutto ignorati, finite le gare non hanno avuto più alcun valore perché a nessuno in verità interessava chi fosse primo, secondo o terzo. Insomma tutti vincitori! Tutti premiati con un cappellino, uno zainetto sponsorizzato ed una medaglia “riciclata”. Si, avete letto bene: una medaglia “riciclata” perché erano avanzate da un precedente evento agonistico.  Il presidente Antonello Macaione ha proprio voluto sottolineare questo aspetto: “non dovete vederle come medaglie riciclate, ma dovete sentirvi onorati per avere ricevuto una medaglia che altri per potersela meritare avevano scelto il nuoto come attività agonistica con la naturale conseguenza di vivere lo sport anche con grande sacrificio”. Ecco quindi le due facce di una stessa medaglia: lo sport professionale e lo sport dilettantistico. Ma in verità le facce sono tante, tante quante almeno sono gli individui che  scelgono di fare  sport: perché ognuno si approccia a qualsivoglia disciplina sportiva dandogli un personalissimo valore. Dunque una manifestazione sportiva che non ha avuto bisogno di un servizio di ordine pubblico, dove non si sono udite parolacce ed ingiurie, dove la gioia di stare insieme condividendo una passione sportiva non ha visto confini di alcun genere. I bambini hanno assistito, attraverso una sapiente gestione da parte di tutto lo staff, ad un bellissimo esempio di sanissima competizione. Hanno vinto la passione per lo sport sano, il piacere di stare insieme, l’amore per la condivisione.
Filippo Di Carlo