Cresce la disoccupazione giovanile, ma è introvabile un lavoratore su cinque

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E’ davvero uno strano paese l’Italia. Secondo l’ultima rilevazione Istat, relativa al mese di dicembre 2016, la disoccupazione giovanile è in crescita, attestandosi al 40,1%, il livello più alto da giugno 2015.

Di contro, secondo un altro studio pubblicato su Il sole 24 ore, risulta introvabile un lavoratore su cinque, perché in Italia in media manca all’appello il 19,9% dei lavoratori richiesti da aziende ed imprese e quindi su cinque richieste di assunzioni, una non va a buon fine perché i datori non trovano il lavoratore “giusto”, quello con la competenza, la professionalità o il titolo di studio ad hoc per quell’impiego. Sembra un paradosso, ma è proprio così ed oggi si fa fatica a trovare ingegneri o architetti, economisti o dirigenti, ma anche periti o operai specializzati, ai quali si chiedono, oltre al titolo di studio adeguato, meglio se conseguito col massimo dei voti, anche un’esperienza lavorativa. E Friuli Venezia-Giulia, Trentino-Alto Adige e Veneto sono tra le prime regioni dove i datori di lavoro trovano più difficoltà a reperire i lavoratori che cercano. Ma anche il Sud non è da meno ed in Sicilia il 13,9% delle richieste di manodopera specializzata non riescono ad essere evase. Tutto questo significa che c’è uno scollamento tra il mondo della scuola e quello del lavoro, tra le richieste degli imprenditori e le capacità dei lavoratori, che bisognerebbe colmare, se vogliamo davvero ridurre la disoccupazione. Ed a spingere verso lavoratori più qualificati e preparati è l’impresa, che sta cambiando velocemente e ricerca collaboratori preparati ed adeguati.