La Dia: Cosa nostra prossima alla svolta. I corleonesi “in disgrazia”

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Come un camaleonte o un serpente, ancora una volta la mafia cambia colore o pelle.

Lo dice la Dia, la Direzione investigativa antimafia, nel suo ultimo rapporto 2016. I clan sarebbero sempre più insofferenti verso la vecchia leadership, Messina Denaro sarebbe sempre più limitato nella sua azione delinquenziale, Cosa nostra si “inabissa” e si nasconde sempre più per curare meglio i suoi affari criminosi, il potere dei corleonesi vacilla. Partiamo da quest’ultimo punto. Secondo la Dia i corleonesi «sono in declino anche per ragioni anagrafiche e di salute dei rappresentanti più autorevoli», infatti Provenzano è morto e Riina è ormai fuori dai giochi o quasi, per cui sembra imminente una successione al potere, come ci dicono alcuni segnali emersi in questi ultimi mesi, rilevati dagli investigatori, come «l’assenza di una netta linea di confine tra un mandamento e l’altro, determinata proprio dall’attuale fase di transizione dell’organizzazione». Da qui nascerebbe l’insofferenza verso la leadership corleonese, ormai indebolita, in passato mai messa in discussione, mentre il potere di Matteo Messina Denaro sembra sempre più ristretto. Nonostante ciò, avverte la Dia, «Cosa nostra continua a caratterizzarsi, in primo luogo, per essere un’organizzazione criminale fortemente strutturata, avente un proprio ordinamento, un vasto bacino di reclutamento ed elevate potenzialità offensive». Accanto a ciò, aumenta il fenomeno dello “inabissamento” di Cosa nostra, una scelta strategica di sopravvivenza per sottrarsi alla pressione dello Stato e gestire al meglio il suo potere delinquenziale. Da tempo si nota infatti che la mafia non uccide più, non fa più azioni eclatanti, ma preferisce agire in silenzio e gestire i suoi affari economici sottotraccia, per non attirare l’attenzione delle forze di polizia. In ogni caso Cosa nostra non sembra rinunciare ad una pressione capillare sul territorio, attraverso le estorsioni, fenomeno che colpisce sia piccoli che grandi operatori economici, ma anche cittadini comuni, costituendo una delle principali fonti d’incasso di denaro per far fronte alle spese dell’organizzazione. La Dia ha segnalato anche l’interesse dei mafiosi alle scommesse clandestine, spesso praticate utilizzando reti informatiche e società estere, con un ritorno economico notevole.