Si parla di droghe leggere in un convegno a Collesano

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A Collesano, presso la Basilica di San Pietro, colma di un pubblico attento e motivato, le istituzioni hanno incontrato le famiglie su un argomento sempre attuale: le droghe leggere.

L’evento è stato fortemente desiderato dalla comunità e per affrontare l’argomento è stato formato un team caratterizzato da grandi competenze e ottime capacità comunicative. Negli interventi si sono susseguiti il Vescovo di Cefalù mons. Vincenzo Manzella; il Presidente del Tribunale di Termini Imerese dr. Raimondo Loforti; il Procuratore della Repubblica dr. Alfredo Morvillo; il Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato dr. Stefano Sorrentino; il Dirigente Scolastico dell’Istituto comprensivo C. G. Cinà Prof. Fabio Pipitò; l’Educatore della Comunità Terapeutica ”Don Calabria”  dr. Marcello Di Francesca. Don Franco Mogavero ha moderato l’incontro (nella foto un momento del convegno). Il pubblico è rimasto attento seguendo con attenzione tutti gli interventi che si sono conclusi con i saluti del Sindaco Angelo Di Gesaro e le ultime parole del Vescovo che ha sottolineato il ruolo cruciale che la famiglia svolge nell’educare i propri figli, un ruolo che le altre “agenzie educative” possono sostenere ma non sostituire. L’impegno quindi degli organizzatori è stato premiato da un pubblico attento che alla fine ha sentito il bisogno di intrattenersi con i relatori radunandovisi a capannella come fosse in una piazza e cercando ancora approfondimenti. Viene da chiedersi qual è stato l’ingrediente segreto. Certamente l’argomento interessa principalmente i genitori di qualsivoglia ceto sociale perché tutti percepiscono il pericolo che è così vicino ai propri figli come possibili consumatori, ma anche come potenziali vittime ignare, basti pensare alla così detta “droga da stupro”, ma l’aver messo un gruppo di lavoro così competente è stata la mossa vincente perché ogni relatore ha saputo comunicare le proprie idee in relazione al proprio ambito lavorativo e l’approccio multidisciplinare al fenomeno ha funzionato. Ma non finisce qui. Il valore aggiunto è risaltato dalla passione con cui tutti i relatori hanno esposto il loro punto di vista: hanno fatto ben percepire che in fondo l’argomento non era la droga “leggera”, ma l’uomo. Il non aver mai perso di vista che ciò che era in gioco era la vita umana è stata la costante di ogni intervento. La dimensione umana ha toccato la massima emotività quando hanno preso la parola due utenti della Comunità dell’Opera Don Calabria  condividendo i loro vissuti sulla tossicodipendenza e ribadendo che quando si tratta di droga la parola “leggera” è del tutto inappropriata. Alla fine, tra il pubblico, oltre all’approvazione per l’interessante evento, si osservava il desiderio di andare avanti sull’argomento per il bisogno di capire ancora meglio; di scoprire strategie di prevenzione; insomma di non mettere la testa sotto la sabbia negando l’esistenza di un grave e diffuso problema che non risparmia teoricamente nessuno ma dal quale tutti possiamo imparare a prendere misure di difesa anche in sinergia tra le parti sane della società.
Filippo Di Carlo