Cosa succede al profilo Facebook quando l’utente muore? Adesso si può trasformare in una pagina commemorativa

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Poteva sembrare una domanda assurda o idiota, ma da un po’ di tempo non lo è più: in realtà più di una persona comincia a chiedersi cosa succede al proprio profilo facebook quando si passa all’altro mondo.

“Nel pieno possesso delle mie facoltà fisiche e mentali, dichiaro di lasciare la mia casa, i mobili che la corredano, la mia adorata automobile ed il mio profilo su Facebook …”. Potrebbe essere questo il contenuto di un testamento del nuovo millennio, che i notai metteranno nero su bianco, per dividere ad amici e parenti inconsolabili i lasciti dopo la morte. Tra i quali occorrerà adesso annoverare anche i profili social. Si dovrà  lasciare su questa terra tutto, affetti, case, auto, mobilia, soldi… e password di accesso a Facebook, Twitter e compagnia navigando. 
Cosa succede al profilo Facebook quando si muore? Ed a Twitter? Il grande diario ideato da Zuckerberg raccoglie tutto di noi  (foto, informazioni personali, gusti…) e non dimentica! Se non è prevista alcuna disattivazione automatica per i profili inattivi, per interrompere il profilo del defunto sarà necessario munirsi di un certificato di morte e provare di essere un parente del deceduto (e non sempre sarà accettato). Ma su Facebook c’è adesso un’altra chance: trasformare il profilo dell’utente ormai abbandonato, perché trapassato ad altra vita, in una pagina commemorativa, una specie di piccolo cimitero virtuale, in cui  i cari sopravvissuti possono tornare a ripercorrere gli istanti di vita condivisi dall’utente fino al momento della sua dipartita. In questo caso la pagina commemorativa non  avrà più il promemoria del compleanno e nessuno potrà richiederne l’amicizia, però rimarrà in piedi una pagina visibile solo a chi era già amico della persona deceduta. Tranne che venga indicato prima di morire un “contatto erede”, cioè una persona che può gestire quell’account quando diventa “commemorativo”, in seguito alla morte del suo proprietario. Nome e cognome dell’amico morto vengono in questo caso preceduti dalla scritta “In ricordo di” e viene aggiunta una separazione evidente tra i contenuti che aveva caricato e quelli nuovi, che i suoi amici possono decidere di condividere sul profilo per ricordarlo. Ha anche le autorizzazioni necessarie per rispondere a nuove richieste di amicizia e per cambiare la foto del profilo e quella di copertina. Il discorso si fa invece più semplice con Twitter, il social dei “cinguettii” in 140 caratteri. Esso cancella automaticamente i profili inattivi da oltre sei mesi, per cui una volta morto l’utente i familiari o gli amici non dovranno fare nulla, se non attendere lo scorrere del tempo, aspettando che il sistema disattivi da sé l’utenza. Qualora non si vuole aspettare tanto,  la società che gestisce il social con l’uccellino offre la possibilità, ad una persona autorizzata dal deceduto prima  della sua morte (è ovvio!) o ad un familiare che possa provare il proprio rapporto di parentela producendo un certificato di morte, di disattivare l’account dell’utente scomparso. Naturalmente ci auguriamo che nessuno di voi avrà necessità di fare uso di queste informazioni.