La Polizia di Stato porta a termine un’operazione antipedofilia online. 8 arresti, 13 denunce

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Si è conclusa in questi giorni, con l’esecuzione di 8 arresti, 13 denunce e 21 perquisizioni, una complessa indagine della Polizia Postale e delle Comunicazioni verso soggetti dediti allo scambio in rete di immagini e video pedopornografici.

Gli otto arrestati (3 in provincia di Palermo, 2 in provincia di Firenze e i rimanenti 3, rispettivamente nelle province di Milano, Trapani e Agrigento) sono stati colti in flagranza dagli investigatori della Polizia Postale mentre si scambiavano, tramite la rete internet, un’enorme quantità di immagini e video riproducenti scene di violenze sessuali in pregiudizio di bambini in tenerissima età, alcuni dei quali addirittura infanti.

Le indagini, condotte dal Compartimento Polposta di Palermo con il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni ed il supporto, in fase esecutiva, dei Compartimenti Polposta di Lombardia, Toscana, Piemonte, Emilia Romagna e Calabria, si inseriscono nella costante attività di contrasto alla produzione, diffusione e condivisione di materiale pedopornografico attraverso la rete internet.

Tale attività viene svolta dalla Specialità in un clima di collaborazione con le polizie e le agenzie straniere specializzate nella lotta al cybercrime, oltre che con Europol ed Interpol, collaborazione caratterizzata soprattutto dallo scambio di dati di intelligence, che, anche in questo caso opportunamente sviluppati, hanno permesso di individuare le connessioni ad internet e di tracciare il materiale pedopornografico scambiato e condiviso.

Nell’ambito dell’odierna operazione, le attività undercover sono state intraprese previa emissione diretta, da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, di un decreto di autorizzazione all’attività di contrasto, ai sensi dell’art. 14 della Legge n° 269/98, per l’esecuzione del quale è stato delegato il Compartimento di Palermo.

Le prime risultanze investigative sono state attentamente vagliate dal Sostituto Procuratore della Repubblica Francesca Dessì, magistrato che opera in seno al Team specializzato della Procura della Repubblica di Palermo, coordinato dal Procuratore Aggiunto Salvatore De Luca.

Il tracciamento delle connessioni alla rete effettuate dagli arrestati ha consentito agli investigatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni di individuare l’ubicazione delle postazioni dalle quali venivano effettuate le sessioni di chat e lo scambio dei file illeciti.

Accanto alle complesse indagini tecniche, gli operatori della Postale hanno affiancato quelle tradizionali con sopralluoghi, pedinamenti e appostamenti, che hanno fatto emergere le abitudini e le frequentazioni dei vari soggetti.

Tra gli arrestati, un 34enne di professione Vigile del Fuoco, un 54nne disoccupato, un infermiere di 58 anni, un 61enne impiegato comunale, uno studente 21enne, un docente 60enne addetto a compiti amministrativi, un elettricista di 63 anni ed un pensionato di 62.

Comunque, per tutti i soggetti arrestati o denunciati nell’ambito di altrettante perquisizioni domiciliari sul territorio nazionale, si registra anche questa volta la assoluta varietà dei profili e delle età: si va da soggetti poco più che maggiorenni a chi è oramai in pensione, dal lavoratore dipendente a quello autonomo, da chi possiede un titolo di studio di base al laureato. Ciò, a testimonianza che il fenomeno è purtroppo diffuso a prescindere dal profilo della persona e che l’attività di prevenzione e contrasto non può subire battute d’arresto.

Basti sapere che tutti gli arrestati erano soliti muoversi nella Rete in forma anonima e custodivano le immagini ed i video all’interno di supporti di memoria crittografati.

Tutti gli arresti effettuati dalla Polizia Postale sono stati convalidati dal giudice per le indagini preliminari che, su richiesta della Procura della Repubblica, ha altresì emesso otto ordinanze di custodia cautelare, tuttora in essere anche in seguito alle pronunce di conferma del Tribunale del riesame, in relazione ai reati di divulgazione e diffusione di materiale pedo-pornografico e di detenzione di ingente quantità dello stesso.

La quantità di materiale acquisito nel tempo dai responsabili si è rivelata ingente, in un caso addirittura superiore ai 10.000 files, sulla quale adesso si concentreranno le attività di analisi forense, anche e soprattutto finalizzate alla identificazione delle giovani vittime abusate, svolte dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia On line (C.N.C.P.O) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, che conduce le attività specialistiche di analisi delle immagini per l’identificazione delle vittime avvalendosi dell’accesso diretto ad I.C.S.E. “International Child Sexual Exploitation”, database delle immagini pedopornografiche presso l’Interpol di Lione, in cui sono archiviati i file utili all’identificazione di minori ed abusanti, condivisi dalla comunità internazionale di Polizia.

Annesso a tale DB opera un tavolo permanente virtuale di investigatori di tutto il mondo dedicati alla cooperazione internazionale in tale delicato settore di contrasto.

Inoltre, la Specialità fa anche parte della VIDTF (Victim Identification Task Force) di Europol, che riunisce operatori specializzati provenienti da 12 Paesi dedicati all’analisi del materiale pedopornografico per l’identificazione delle vittime e l’alimentazione della suddetta banca dati dell’Interpol.

Sempre in tema di identificazione delle vittime, poi, la Polizia Postale e delle Comunicazioni italiana è all’avanguardia mondiale per progetti di analisi balistica sia del materiale audio-video, al fine di risalire con precisione scientifica alla identificazione delle giovani vittime, che dei dispositivi con cui essi sono stati realizzati, per attribuirne con certezza la paternità in sede di sequestro.