Frana A19. La denuncia del M5S regionale, allarme speculazione

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Non si placano le polemiche dopo tre mesi dalla frana che ha spezzato in due il territorio regionale. Tra le critiche e le manifestazioni, i cittadini protestano e grazie al contributo del Movimento Cinque stelle regionale e la raccolta dei cittadini proseguono i lavori per la bretella.

Un nuovo allarme viene lanciato dai Pentastellati regionali “Niente auto, e chissà per quanto tempo ancora, ma sulla A19 qualcosa potrebbe essere già in marcia: la speculazione. Il terreno di circa un ettaro sul quale dovrebbe sorgere la famosa bretella dell’Anas per riaprire alla circolazione la Palermo-Catania potrebbe costare infatti una piccola fortuna ai cittadini. Il piano particolareggiato di esproprio, interessi compresi, porta una valutazione dell’appezzamento da espropriare, che si aggira intorno ai 240 mila euro (236 per l’esattezza), una somma spropositata per i terreni di quella zona, il cui valore, nel migliore di casi, non dovrebbe superare le poche migliaia di euro”.
Il neo eletto sindaco di Caltavuturo Domenico Giannopolo fa suo l’allarme “E’ una cifra nettamente fuori mercato. Conosco benissimo i terreni di quella zona e il valore di un ettaro di uliveto è di 10-15 mila euro al massimo”.
Il M5S all’Ars, che sulla questione vuole fare piena luce, scriverà a Cantone, il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione.
“Non vorremmo – ha dichiarato il deputato all’Ars Giancarlo Cancelleri – che l’unica cosa in movimento in questa autostrada maledetta fosse la speculazione. Il rischio di far pagare ai cittadini un terreno ad un prezzo esorbitante e nettamente fuori mercato è alto. Ci auguriamo che non sia così, ma pretendiamo chiarezza”.
Secondo i Cinque stelle il proprietario del terreno sarebbe un’azienda il cui legale rappresentante sembrerebbe essere un ex assessore di Palermo. “Ho visto con i miei occhi – ha affermato ancora Cancelleri – che lo presentavano a Delrio come il proprietario del terreno da espropriare, una scena che mi ha meravigliato. E tutto questo in una fase in cui nulla o quasi si sapeva dell’evoluzione dei lavori”.