L’acqua nelle Madonie tra idroenergia ed ecologia scientifica. Un convegno sul potenziale energetico dell'”oro blu”

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Il 29 novembre 2014, alle ore 17,30, presso la Sala Convegni della biblioteca comunale di Collesano, in piazza S. Maria di Gesù, si parlerà di acqua. Una delle ricchezze delle Madonie, infatti, è proprio questo elemento, utilizzato nei secoli per scopi idropotabili, ma anche per ottenere forza motrice ed elettromotrice determinando lo sviluppo di due principali schemi idroelettrici: quello di Petralia Sottana (lungo il fiume Imera Meridionale) e quello di Scillato (su un acquedotto).


A parlarne, in un convegno organizzato da SiciliAntica e dal Circolo Culturale “Monte d’Oro” di Collesano, con il patrocinio del Comune di Collesano, saranno Giuseppe Biundo, ingegnere ed esperto in tutela dell’ambiente e bonifica dei siti contaminati con un intervento dal titolo “Il potenziale idroelettrico delle Madonie dal ‘900 alle prospettive future”, e Luciano Burderi, professore associato presso l’Università di Cagliari, che relazionerà su “Ecologia Scientifica e Modelli di Sviluppo”. Insieme a loro, ad introdurre i lavori, ci saranno Salvo Fullone, assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Collesano, Giuseppe Federico, presidente del Circolo culturale “Monte d’Oro” di Collesano, e Alfonso Lo Cascio della Presidenza regionale di “SiciliAntica”. Coordina il giornalista Antonino Cicero.

Nel corso dell’incontro verranno esaminati tutti gli impianti idroelettrici operativi nell’area madonita dagli inizi del ‘900 fino alla nazionalizzazione del settore elettrico avvenuta negli anni Sessanta, proponendo un esaustivo excursus delle apparecchiature installate nel comprensorio ed evidenziando sia l’importanza della risorsa idrica sia il progresso tecnologico riferito alla produzione di energia idraulica derivante dai “salti” degli acquedotti montani.

Un viaggio affascinante dentro le tecniche produttive e l’ambiente naturale modificato dall’uomo per le finalità produttive. Luoghi, questi, che conservano intatti tutti gli elementi costitutivi tipici di uno stabilimento per la produzione elettrica da fonte idraulica e che oggi rappresentano beni culturali, pur “invisibili”, che attendono seri interventi di recupero. Essi rimangono ottimi esempi di archeologia industriale (un unicum nelle Madonie) che possono esercitare una impareggiabile funzione culturale e didattico-divulgativa, purché oggetto di improcrastinabile rivalutazione e fruizione anche grazie ad itinerari turistici ben definiti.

Ma non è solo questione di storia. Infatti il potenziale elettrico è riconosciuto da più parti e, ripristinando questo tipo di produzione, si potrebbe dare pratica attuazione ad uno sviluppo sostenibile ormai principio fondamentale dell’Unione Europea. Una delle poche soluzioni in grado di rispettare l’ambiente e le attuali e future generazioni, alternativa in controtendenza al massiccio ricorso alle fonti fossili (carbone, petrolio e gas naturale) destinato comunque ad un ulteriore incremento nei decenni successivi (data la voracità energetica delle economie emergenti) pur con tutte le gravi ricadute ambientali oggi agevolmente constatabili.

Nel contesto madonita, oltre ai potenziali sfruttamenti in ambito eolico, solare termico e fotovoltaico, deve essere recuperato il potenziale idroelettrico tramite l’impiego di turbine idroelettriche su salti geodetici negli acquedotti consentendone la valorizzazione energetica delle eccedenze di pressione, al fine di creare un parco idroelettrico diffuso capace di un vero sviluppo sostenibile. Confrontando le più importanti soluzioni proposte quali l’energia nucleare, le “direttive” dell’“Ecologia Classica” (i cc.dd. Modelli di Sviluppo Sostenibile) e dell’“Ecologia Scientifica”, analizzandone rischi e benefici, verranno illustrati la fattibilità e i costi di un progetto-pilota per la Sicilia che permetta la produzione da fonti rinnovabili di ben il 70% del suo fabbisogno elettrico attuale.

Per info: 346.8241076 – 340.7341400