Fiat-Grifa Termini Imerese. Nuti (M5S) accusa: “Operazione con obiettivo fondi pubblici ed ennesima cassa integrazione”. Carte alla Finanza

0
91

Mentre si attende l’esito dell’incontro di lunedì prossimo al Mise tra le parti per il futuro dello stabilimento ex Fiat, dopo le proteste e l’occupazione lampo degli scorsi giorni, interviene sulla questione il deputato palermitano del Movimento Cinque Stelle Riccardo Nuti. “La vicenda Grifa-Fiat a Termini Imerese deve arrivare al capolinea. Si tratta di un’operazione che ha un solo obiettivo: i fondi pubblici e l’ennesima cassa integrazione – ha affermato il parlamentare pentastellato -. Non si possono buttare via i soldi pubblici e al contempo illudere gli ex dipendenti con un fumoso piano che finirà in un binario morto”.

Non usa mezzi termini il deputato che rincara la dose sulla quella che ritiene essere il reale peso del progetto Grifa: “Più si scava su Grifa e su questa operazione e più è chiaro come questa sia una scatola vuota. In questa vicenda gli elementi che lasciano a dir poco basiti aumentano sempre di più. Anche importanti testate giornalistiche se ne sono occupate di recente e le perplessità che nascono dopo la lettura è enorme. E’ doveroso da parte di tutti tenere altissima la guardia. Per questo abbiamo inviato la documentazione in nostro possesso alla Guardia di Finanza”.
Dunque la vicenda Grifa-Fiat si complica. Si accusa la Grifa di essere legata a doppio nodo con la Fiat per la presenza di alcuni dirigenti della fabbrica automobilistica parentele con alcuni manager del nuovo gruppo FCA. Nuti e il collega pentastellato alla regione Ciaccio hanno depositato, rispettivamente alla Camera e all’ ARS, due interrogazioni “per capire se i governi nazionale e regionale siano al corrente delle tantissime incongruenze che costellano il percorso di Grifa, se queste rispondono al vero e per quali ragioni su Grifa non siano stati fatti gli opportuni accertamenti, nonostante da mesi gli organi di stampa stiano pubblicando informazioni non proprio rassicuranti”.
“A questo sistema va messa la parola fine. Ci è sembrato pertanto doveroso inviare le carte in nostro possesso alla Guardia di Finanza. Abbiamo percepito fin dal primo tavolo che il pacco era vuoto – accusa Riccardo Nuti – e che i cittadini venivano presi in giro, ma si è voluto continuare a credere agli annunci di ‘luce in fondo al tunnel’, si è preferito definirci gufi, spie e infiltrati piuttosto che guardare alla consistenza delle parole. I responsabili politici sono noti, ora il ministero del Lavoro e la Regione non alimentino questo meccanismo”.