Il sogno del golf cefaludese finito in una stalla. Sequestrato il campo da golf di Gibilmanna

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Sequestrata l’area di quello che sarebbe dovuto diventare il campo da Gold di Gibilmanna in contrada Obo. Al posto di buche e mazze, mucche, cavalli ed escrementi. Il club house trasformato ormai da anni in stalla. I lavori del campo da golf sono costati 5 miliardi di vecchie lire ed oggi è in balia di una trentina di mucche.

E’ stato denunciato a piede libero di un allevatore cefaludese cinquantenne, D.B.F., risultato il proprietario delle mucche, per essersi impossessato di un edificio pubblico di proprietà comunale per adibirlo a stalla e utilizzarlo come ricovero di animali, danneggiandolo e aggravando lo stato di degrado in cui già da tempo versava.
La struttura era stata già sequestrata da parte del Commissariato di Cefalù nel marzo del 2010, quando fu trovata praticamente nelle condizioni di degrado e abbandono attuali. Allora, dopo che si era accertata anche la violazione dei sigilli apposti all’immobile, si ebbe modo di verificare che i capi di bestiame che al suo interno trovavano ospitalità erano riconducibili ad un altro allevatore cefaludese, il 24enne B.G., poi deferito alla Procura della Repubblica di Termini Imerese. Il procedimento penale è tuttora in corso.
Una volta accertato che l’immobile in questi anni però ha continuato ad essere ricovero di animali e stalla di capi di bestiame e a versare nel più totale degrado il commissariato di Cefalù ha deciso il nuovo intervento di sequestro.
Il sopralluogo di ieri mattina ha evidenziato lo stato di profondo abbandono e degrado di una struttura che era stata progettata e realizzata non certo per accogliere capi di bestiame.
L’operazione del commissariato di Cefalù mette fine a una trentennale storia che dal progetto iniziale ha portato al degrado attuale di tutta l’area. La storia di questa incompiuta inizia nei primi anni ’80 con un finanziamento dell’Assessorato al Turismo, acquisito il finanziamento iniziarono i lavori che nel giro di pochi anni tuttavia si fermarono per un contenzioso tra il Comune e la ditta appaltante.
Nel volgere di pochi anni, la struttura, abbandonata a se stessa e senza un’adeguata custodia da parte degli enti preposti, è stata vandalizzata e privata di tutti gli interni compresi finestre, infissi, arredi e sanitari.
Quello che doveva diventare turismo internazionale si è trasformato – con spreco di denaro pubblico – una piccola stalla locale.