Piano Giovani: dai ragazzi proteste e proposte

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Vito Rizzo, Rosario Genchi e Giovanni Nocera
Il Piano Giovani, l’idea messa su dall’assessorato regionale per l’istruzione e la formazione professionale del governo Crocetta, è diventato, in questi ultimi mesi, il tema caldo dell’estate al centro degli interessi della popolazione siciliana under 35. Oggetto di più incontri sul territorio, anche madonita, con la presenza, di volta in volta, del governatore Rosario Crocetta, degli assessori alla formazione, Nelli Scilabra, e alle politiche sociali e al lavoro, Giuseppe Bruno, dei tecnici dei relativi assessorati e dei membri dei rispettivi gabinetti, lascia dietro di sé, ad ogni “click day”, un lungo strascico di polemiche. Divenendo, suo malgrado, tema di parodie, frustrazioni, dileggiamenti. E molti parlano anche di ricorsi e di class action.

Tra gli altri, il presidente Anci Sicilia Giovani, Maurizio Lo Galbo, ha dichiarato che «fiduciosi che il fallimento della procedura possa trovare una giustificazione valuteremo, solo dopo le spiegazioni dell’assessore, se proporre un esposto alla Procura della Repubblica per accertare eventuali responsabilità».

L’idea di fondo e lo sforzo messo su dall’assessore Scilabra potrebbero, pur con ritocchi, essere apprezzati; ma il passaggio dalla teoria alla pratica ha generato un mostro con intere generazioni di siciliani nel totale sconforto. La stessa Scilabra, in una nota diffusa a seguito del flop di giorno 5 agosto, quando erano stati “messi in palio” altri 8oo tirocini, ha voluto fortemente difendere la sua “creatura”, additando nella struttura tecnico-amministrativa la causa dei problemi registrati.

«Abbiamo raggiunto l’obiettivo prefissato di 800 matching tra giovani e aziende – scrive l’assessore – ma non posso nascondere lo sdegno più profondo rispetto alla gestione amministrativa e tecnica dell’iniziativa. Il Piano Giovani rappresenta per i giovani della mia terra una grande opportunità, una piccola speranza di cambiamento che oggi si scontra con l’assoluta inadeguatezza di chi dovrebbe gestire le nostre azioni politiche. Sono stanca di dovermi assumere responsabilità non proprie di chi, come me e altri in questa Sicilia, esercita un ruolo politico e non tecnico.» Aggiungendo che «sono un componente del Governo della mia Regione, non sono un dirigente di questa amministrazione, non gestisco siti informatici e non mi occupo di bandi.» E ipotizza, a tal proposito, anche un possibile sabotaggio: «Non si può buttare al vento più di un anno di lavoro per incompetenza, superficialità e forse, perché a questo punto devo pensar male, per un evidente tentativo di ostruzionismo e sabotaggio da parte di più soggetti rispetto alla mia azione.»

Sui social network le proteste dei giovani potenziali tirocinanti non si sono arrestate. Alcuni di essi, pure impegnati nella politica locale, hanno voluto esprimere il disagio provato, come nel caso della lettera aperta del consigliere comunale di Isnello, Francesco Fustaneo, che ha suggerito: «Sarebbe corretto e credo siano in tanti a pensarla come il sottoscritto, che sia il caso di ripetere le selezioni, cambiando le modalità di incrocio tra domanda e offerta e potenziando il server. Questo sarebbe il minimo indispensabile per riparare, almeno in parte, alle aberrazioni a cui abbiamo assistito: la rivoluzione non avviene solo con i proclami e lo stanziamento dei fondi ma, gentile Assessore, parte in primo luogo dai metodi.»

E spuntano fuori anche le proposte, come nel caso di quella avanzata da Rosario Genchi, consigliere comunale a Collesano e da poco eletto nel direttivo dell’Associazione dei Giovani Amministratori Madoniti, da Giovanni Nocera, originario di Agrigento e residente a Roma, e da Vito Rizzo di Balestrate. Tutti e tre, impegnati nella consulenza d’impresa e nella progettazione, nella qualità di “esperti volontari” nella materia, giorno 6 agosto hanno inviato una mail agli indirizzi degli assessori Scilabra e Bruno, avanzando suggerimenti pratici “affinché il piano riaccenda la speranza”.

Scrivono i tre: «Le inefficienze della gestione amministrativa e tecnica del Piano Giovani non devono fermarne l’idea di fondo: bisogna investire sui Giovani. Crediamo che per risollevare la Sicilia dalla amara situazione in cui versa, la soluzione stia nel cercare di costruire delle occasioni di lavoro e di sviluppo per i giovani siciliani. L’idea base della strutturazione di un Piano per i giovani siciliani riteniamo si debba sostenere trasversalmente.»

E ancora: «Dalla esasperante esperienza di queste due prime finestre riteniamo opportuno rivedere le procedure sul portale. Bisognerebbe – precisano – limitare il flusso dell’utenza potenziale, limitando la possibilità di effettuare azioni nel clickday ai soli soggetti ospitanti. Si dovrebbe eliminare – continuano – la procedura di contatto che porta l’aspirante tirocinante allo stato di selezionato, e fare in modo che i giovani possano raggiungere il solo stato di candidato in giorni precedenti a quello del clickday. L’ultimo click così spetterà alle sole aziende, limitando a monte il flusso dell’utenza potenziale.»

Ed infine: «Visti i problemi riscontrati nelle due finestre trascorse, che hanno leso il diritto di partecipazione all’Avviso del Piano Giovani, proponiamo all’Assessore Scilabra e all’Assessore Bruno di attivare altri nuovi percorsi di tirocinio affinché venga data a tanti giovani la possibilità di avere una formazione on the job, chiedendo al Governo nazionale il recupero dei 168 milioni di euro che il decreto Giovannini ha stanziato per favorire l’occupazione giovanile nel meridione. Riteniamo inoltre – chiosano i proponenti – che i Centri per l’Impiego dovrebbero promuovere, tra le decine di migliaia di ragazzi e aziende iscritte al portale del Piano Giovani Sicilia, la Garanzia Giovani, che prevede, per la sola Regione Siciliana, 178 milioni in favore dei giovani under 30 che non studiano e non lavorano. Infine, chiediamo un tavolo tecnico con l’Assessore per discutere le proposte fatte.»

Al momento non risultano risposte dagli assessorati. I tre, in quest’ultimo periodo, hanno gestito su facebook una pagina non ufficiale dedicata al Piano Giovani e alle problematiche riscontrate dai candidati, aprendo dirette online per domande e risposte, con un flusso notevole di presenze. «Le dirette – ricorda Genchi – sono state un nuovo modo per interagire con i giovani utenti in modo diretto fornendo un servizio di informazione puntuale. Si è cercato di chiarire i vari dubbi sorti e positivo è stato il riscontro».

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