ESPERO IN EDICOLA. Siamo una terra di veleni?

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Un numero sempre più alto di giovani e anziani colpito da mali incurabili Il nostro territorio è sempre stato considerato la Svizzera di Cosa Nostra e potrebbe apparire improbabile che in queste zone non vi siano stati interramenti e sversamenti illeciti. Il meccanismo potrebbe essere stato il solito, rodato. Le industrie non riuscivano a smaltire regolarmente i rifiuti tossici e nocivi e allora ecco la mafia entrare in gioco dietro cessione di denaro. Ma non c’è in corso nessuna verifica o monitoraggio. E il San Raffaele di Cefalù in un anno ha registrato circa il 20 per cento in più di ricoveri per malattie oncologiche

di Antonino Cicero

Sono in corso, nelle miniere del Vallone, nel nisseno, le indagini sul possibile sversamento illecito di rifiuti tossici e forse anche radioattivi. E non è, si badi, storia recente. L’assessore regionale dell’energia e dei servizi di pubblica utilità, Nicolò Marino, intervistato da Giuseppe Bonaccorsi (La Sicilia, 09.02.2014), ha dichiarato che «in teoria possono esistere più terre dei fuochi in Sicilia perché finora non c’è mai stato controllo nel settore. Addirittura alcune discariche pubbliche sono state in mano a soggetti malavitosi».
«E  – continua Marino – si può essere scaricato di tutto. Stiamo avviando controlli. Mi auguro che il buon Dio ci assista». I rifiuti interrati, infatti, oggetto di business miliardario da parte delle mafie, con la complicità delle aziende che sapevano di inquinare e di condannare a morte territori e popolazioni (niente più che semplici numeri al pari di quelli risparmiati smaltendo illecitamente), sono ormai, costantemente, triste cronaca con la “Terra dei fuochi” in testa, su in Campania.  Ma non è la sola. Parrebbero esserci anche la Toscana, la Liguria, la Lombardia e la Calabria. 

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