Blue tongue: le prime risposte che si attendevano

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La lingua blu (da uno dei sintomi che rendono cianotica la lingua), la febbre catarrale degli ovini, una malattia infettiva dei ruminanti, non contagiosa per l’uomo e trasmessa attraverso la puntura di una zanzara e della quale esistono ben 24 sierotipi, non arresta la sua avanzata, sebbene non tutte le aziende presentino la stessa difficile situazione.

Se, infatti, la mortalità in alcune aziende è progressivamente aumentata, nuovi focolai sono stati registrati nel distretto di Cefalù; ma è anche vero che in altre si è al momento arrestata ed in altre ancora alcuni capi infetti hanno intrapreso una lenta guarigione. Situazioni variegate che, tuttavia, non scemano la preoccupazione degli allevatori in attesa di un intervento economico da parte della Regione che dovrebbe comunicare, nel giro di poco, le prime decisioni.

In Sardegna i primi indennizzi potrebbero arrivare già a novembre ed il governo regionale ha predisposto un piano contro gli insetti vettori del virus attraverso la disinfestazione delle zone colpite di cui si occuperanno i vari comuni che insistono su quel territorio, ferma restando la necessità di una maggiore attenzione e pulizia dei locali dove stazionano gli animali da parte degli stessi allevatori.

Tra capi adulti ed agnelli, nei 26 focolai per altrettante aziende del Distretto di Cefalù, le morti ad oggi registrate ammontano, rispettivamente, a circa un centinaio ed ad un’ottantina di esemplari. E le stesse aziende sentinella, infatti, che nell’immediatezza delle prime avvisaglie non avevano registrato casi di blue tongue, nel ricontrollo effettuato hanno presentato la positività della malattia. La risposta dal Cesme, il Centro di referenza nazionale per le malattie esotiche di Teramo, è arrivata e, come si sospettava, il sierotipo 1 è quello individuato per i focolai delle zone ristrette delle province di Trapani, Palermo e Messina.

Proprio per queste zone, le prime direttive giunte da Roma, dall’Unità di Crisi che ha aperto i tavoli tecnici (i focolai, infatti, non sono più solo in Sicilia ed in Sardegna), riguardano la movimentazione dei capi per macello. Una movimentazione diurna per via del fatto che i culicoidi operano prevalentemente di notte. I capi da macellare verranno visitati prima della partenza dal medico veterinario incaricato ed il trasportatore avrà l’obbligo del trattamento antiparassitario con un prodotto idoneo, la deltametrina, sia del mezzo di trasporto che degli animali. Quanto alla movimentazione per vita dei capi, da allevamento ad allevamento cioè, è possibile procedervi nelle stesse zone di restrizione; mentre per la movimentazione da una zona ristretta ad una zona (provincia o regione anche) non ristretta (non colpita quindi dal virus) sarà necessario procedere, negli allevamenti di destinazione, ad una vaccinazione dei capi almeno 60 giorni prima del trasporto.

Quanto al vaccino, in realtà, pare che non sia ancora disponibile e forse, secondo indiscrezioni comunque tutte da verificare, una volta pronto, verrà assegnato solo per i casi di movimentazione per vita da una zona ristretta ad una non ristretta. Le trappole per le zanzare sono ormai montate da tempo ed altre si sta procedendo a sistemare. L’Istituto Zooprofilattico di Palermo come il Cesme di Teramo lavorano a pieno regime per via di una massa costante di campioni che vi giungono per l’analisi. Gli allevatori, intanto, attendono. Per molti la situazione è sconfortante, ma la collaborazione con le autorità sanitarie non viene meno.