Espero in edicola. Dalle Madonie alle Ande: l’opera apostolica di un umile frate siciliano

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Francesco Bellina a quindici anni entra nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Nel 1951 lascia la Sicilia e parte missionario in Colombia dove inizia una colossale opera apostolica. Muore il 30 luglio 1986 e dinanzi alla salma sfilano 250.000 persone. Nel paese latinoamericano èvenerato come un santo, alla stregua di Padre Pio in Italia

di Alessandro Macaluso

Nato a Castellana Sicula il 25 aprile 1912, Francesco Bellina, a Palermo per gli studi, già a quindici anni riceve la chiamata di Dio e si unisce all’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, proseguendo la sua preparazione culturale e spirituale a Roma, dove si laurea in filosofia con una tesi che analizza “La filosofia del comunismo nel pensiero del suo più grande critico, il Labriola”. Ordinato sacerdote cappuccino nel 1937, col nome di Guglielmo, il religioso castellanese si dedica ai bambini non
protetti e ai giovani in un quartiere povero di Palermo, dedicandosi alla formazione di ragazze di Maria Goretti. Ma nel 1951 lascia il capoluogo siciliano e parte missionario in Colombia dove da inizio a una colossale opera apostolica.

A San Juan de Pasto, in America Centrale, capoluogo della provincia di Nariño, Padre Guglielmo da Castellana fonda l’Associazione “Maria Goretti” e il Centro di Educazione Media Diversificata e di Studi Superiori, ispirandosi all’elevazione morale e sociale della gioventù femminile, alla difesa dei suoi diritti e della sua dignità umana e cristiana.

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