Non sempre non pagare le tasse è reato. Un giudice assolve un imprenditore che ha pagato gli stipendi e non il fisco

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E’ vero, si dice “dura lex sed lex”, perché la legge è generale ed astratta e non può tenere conto dei singoli casi particolari. Per fortuna in Italia ci sono i giudici che a volte riescono ad “adattare” la norma astratta alla situazione particolare concreta.

Di che si tratta? Il tribunale di Pordenone ha assolto un imprenditore, Diego Lorenzon, 53 anni, titolare della Poolmeccanica, di San Michele al Tagliamento, dall’accusa di evasione fiscale, per non avere pagato le tasse, ma solo gli stipendi ai suoi dipendenti. “Perché il fatto non sussiste”, è la formula impiegata dal giudice per prosciogliere l’imprenditore, i cui guai erano iniziati nel 2008. La crisi economica ha ridotto gli incassi e le commesse, le banche hanno chiuso i rubinetti del credito e lo Stato ha continuato a volere lo stesso tasse, imposte e balzelli vari. Che fare allora? Lorenzon è attanagliato dal dubbio: versare le tasse e licenziare i lavoratori, oppure pagare gli stipendi e rinviare il saldo con l’erario a tempi migliori? L’imprenditore non ha dubbi e sceglie quest’ultima opzione, per non gettare nei guai tante famiglie. Ma lo Stato non è d’accordo e così scatta la denuncia penale per evasione fiscale, perché c’è un debito con il fisco di 262 mila euro per il solo 2011. Ma al processo Lorenzon incontra un giudice ed un pubblico ministero comprensivi, che capiscono la situazione, che comprendono che le tasse l’imputato non le ha pagate perché “malu pavaturi”, ma per necessità, per umanità. Da qui l’assoluzione con formula piena.