Il Comune di Casteldaccia costretto a dichiarare il dissesto finanziario. Il Sindaco: gestione scellerata delle precedenti amministrazioni

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Approvato dalla giunta comunale la delibera che dichiara il dissesto finanziario del Comune di Casteldaccia. A poco sono serviti i tagli operati in questi anni dall’amministrazione in carica, a causa di una situazione debitoria ereditato irrecuperabile.

La dichiarazione di dissesto è stata l’unica via d’uscita percorribile per salvaguardare il Comune, i suoi dipendenti, e garantire i servizi ai cittadini. Per Fabio Spatafora, sindaco di Casteldaccia la causa sono i 10 anni di gestione contabile scellerata da parte delle precedenti amministrazioni comunali.  “Sono tante le scelte del passato – aggiunge – che hanno contribuito a creare un deficit che ha messo in ginocchio il Comune. Scelte assai discutibili non solo dal punto di vista dell’opportunità economica, ma anche del rispetto delle regole di corretta gestione dell’Ente. Tra tutte spicca l’allegra gestione della riscossione dei tributi, che ha assunto dei gravi risvolti giudiziari. La scorsa amministrazione ha effettuato, infatti, un affidamento diretto del valore di ben 1 milione di euro alla Coop. Esseci per la realizzazione della banca dati dei contribuenti e per la riscossione dei tributi. Banca dati che non è mai stata consegnata e che la mia amministrazione ha dovuto rifare, al costo di soli 20 mila euro. Ad oggi, inoltre, non si riesce a capire se l’ammontare delle somme incassate dalla Coop. Esseci abbia consentito, quantomeno, di coprire l’esborso sostenuto per l’affidamento. Su questa vicenda sta indagando la magistratura che, secondo le notizie riportate dalla stampa, ha rinviato a giudizio l’ex sindaco per aver sgravato ad amici e parenti ingenti somme di tributi locali e multe per eccesso di velocità. Il danno per le casse comunali ammonterebbe a più di 100 mila euro”. “C’è poi – continua il sindaco di Casteldaccia – la vicenda della miriade di consulenze a tecnici e ad esperti, per un valore complessivo di circa 1 milione di euro. Ad esempio, nel corso degli anni l’ex sindaco si è avvalso della consulenza di due esperti, al costo di ben 1.500 euro cadauno mensili, per svolgere mansioni che peraltro esulavano dalla loro competenze professionali”. “Infine – conclude Spatafora – va citato il noleggio lungo di un’Audi A6 di colore blu, per tutta la durata della scorsa consiliatura, al costo di circa 1.000 euro mensili. Una spesa a dir poco inopportuna in tempi di crisi e che non è stata pagata. Il debito, nel frattempo lievitato a 52 mila euro, è stato estinto dalla mia amministrazione”. Cosa succede adesso? Con la dichiarazione di dissesto? Spiega sempre il primo cittadino: mettiamo in sicurezza le casse e garantiamo al continuità di esercizio del Comune. Viene avviata una procedura di risanamento dei conti. I creditori non potranno intraprendere azioni esecutive nei confronti dell’Ente fino all’approvazione del rendiconto. I debiti non produrranno più interessi, né saranno soggetti a rivalutazione monetaria. Vengono posti dei severi limiti alla spesa. Gli amministratori ritenuti dalla Corte dei Conti responsabili del dissesto non potranno più ricoprire incarichi pubblici o di revisore dei conti negli Enti locali, per un periodo di 10 anni”.