Estate a Cefalù. Quaranta attività a rischio: per alberghi, bar e lidi incombe il timore di sequestro

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Sta per aprirsi la stagione turistica e circa quaranta attività a Cefalù sono a rischio di sequestro.

Decine di alberghi, chioschi, bar e stabilimenti balneari non possono utilizzare le concessioni per le attività svolte su aree demaniali del lungomare perché la Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Palermo non ha finora rilasciato il nulla osta. Praticamente chi apre rischia i sigilli. Ma cosa è successo? A spiegarlo è Bartolomeo Vitale, presidente dell’associazione operatori balneari di Cefalù: “Le attuali concessioni – dice – vengono contestate dalla Soprintendenza la quale suppone un rinnovo quinquennale in contrasto con la norma, che invece non ne prevede alcuno”. E gli operatori turistici parlano di grave danno per il sistema economico della città fondato sul turismo. Sarebbero a rischio 400 posti di lavoro stagionali e un giro di affari di cinque milioni di euro. Ma non è il solo problema che si palesa in avvio dell’estate. A protestare anche i titolari di alcuni stabilimenti balneari. Anche in questa caso c’entra la Soprintendenza che, dicono, avrebbe autorizzato solo la balneazione ponendo vincoli ad altri servizi come il bar, la ristorazione e le attività ricreative. A lamentarsi è Francesco Randone, vice presidente Federalberghi: “La notizia degli stabilimenti chiusi ha già messo in allarme i tour operator stranieri e stiamo cominciando già a registrare le prime cancellazioni che si sommano alle altre legate ai problemi di sicurezza internazionale”. Insomma, non è un buon inizio di stagione.