Chiesa di età bizantina rinvenuta durante i lavori di ampliamento del Cimitero

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La Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo ha riportato alla luce, nell’ambito dei lavori di ampliamento del cimitero in contrada Giancaniglia una chiesa di età bizantina (sesto-settimo secolo dopo Cristo).

“Una testimonianza straordinaria per tutta la Sicilia”, così l’ha definita  il Soprintendente ai Beni Culturali di Palermo Maria Elena Volpes “che ribadisce l’importanza della città di Termini non solo in età romana, ma anche nel poco conosciuto periodo alto-medievale”.  Al momento è stata messa in luce solo una piccola parte della chiesa, dalle dimensioni di circa 40 metri per 20, i muri perimetrali laterali e la parte absidata,sufficiente, tuttavia, a consentirne l’identificazione con un edificio religioso. “I nuovi dati – sottolinea il Soprintendente – offrono certamente un nuovo, importante tassello alla conoscenza delle dinamiche del popolamento della Sicilia Occidentale”. L’area oggetto dell’intervento della Soprintendenza chiamata ad esprimere un parere per l’ampliamento del cimitero, è da anni conosciuta come un’area di necropoli e negli anni 80 del secolo scorso, nella zona più vicina all’abitato, furono rinvenute tombe alla cappuccina, a lastroni e in muratura, databili tra la tarda età ellenistica e la prima età imperiale. L’area è caratterizzata oltre che dalla presenza di tombe di diverse tipologie, anche di tombe di aspetto monumentale, come testimonia l’esistenza del grande edificio funerario rappresentato da Houel in uno dei suoi acquarelli e oggi conservato al Museo dell’Ermitage: questo sepolcro ricade proprio nell’area dov’è previsto l’ampliamento del cimitero. I rinvenimenti odierni confermano come il sepolcro monumentale doveva trovarsi in un contesto cimiteriale ampio, affiancato a numerose strutture altrettanto significative, che caratterizzavano un paesaggio funerario articolato e suggestivo.