Via il nome di Cucco dalla toponomastica termitana, Al suo posto un deportato

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Per anni quella targa troneggiava all’angolo di una delle strade principali della città; per anni era stata una mortificazione per quanti sono morti combattendo il fascismo e la mafia, per la libertà e contro ogni sopraffazione e razzismo; dal 2011 l’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia, aveva intrapreso la sua battaglia perché venisse cancellata l’onta. Alla fine ci si è riusciti.

Con delibera del 16 febbraio, la giunta municipale ha deciso di cambiare la via Alfredo Cucco in via Cosimo Dilisi, militare termitano, finito dopo l’8 settembre 1943 nelle tentacolari spire della repressione nazista ed internato in un campo di concentramento, “colpevole” solo di essere un militare italiano. Ma perché per anni l’Anpi si è battuta per questa modifica? Chi era Alfredo Cucco? Nato a Castelbuono, Cucco era un fascista della prima ora. Medico, fu federale di Palermo, razzista (firmò il “manifesto della razza”, il documento con cui alcuni docenti e studiosi italiani “giustificarono” le leggi razziali fasciste, dimostrando – chissà come – la superiorità della razza ariana) e pure vicino ad ambienti mafiosi. Dopo l’8 settembre segui il suo duce a Salò, non abiurando l’ideale mussoliniano, cosa che non fece neppure dopo la fine della guerra, continuando ad affermare le sue idee. Alcuni anni fa, nella “foga” di denominare le vie delle zone di espansione della città, la giunta dell’epoca decise di non scontentare nessun partito politico ed agli allora seguaci del post fascista Msi “regalò” la via Alfredo Cucco, cosa che non riuscirono a fare neppure a Castelbuono, suo paese di nascita. Per paradosso questa via si interseca con la via Falcone e Borsellino: un mafioso accanto a due vittime di Cosa nostra… Adesso la realtà storica è stata ripristinata, cancellando la “cattiva memoria” ed intitolando la strada a Cosimo Dilisi, vittima delle idee sbagliate perseguite fino in fondo da Cucco.